Estelle. Storia di una principessa e di un suonatore di accordìon di Massimo Piccolo | Recensione di Deborah

 

Tanto tempo fa, in un castello a picco sul mare viveva una bellissima principessa di nome Estelle. I suoi capelli erano aliti di vento, gli occhi luminose mandorle di castagno. Re Gustav IV, il padre, la vide per la prima volta non appena ebbe chiuso gli occhi alla sua sposa, Alessaija, che tutti chiamavano, semplicemente, la regina Bianca per il colore candido della sua pelle che nemmeno il sole più alto riusciva a scaldare.

 

Editore: Cuzzolin
Data di uscita: ottobre 2018
Pagine: 88
Prezzo: 12.00 €
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Una trama intrisa di suggestioni classiche per poi ammantarsi, man mano, di atmosfere sempre più contemporanee, quasi fosse un film della Pixar o una serie della FOX, dove la magia e il fantastico diventano il modo migliore per poter raccontare, con stile seducente e ironico, le paure archetipe di un padre che, per il troppo amore, fa germogliare il male oscuro in sua figlia, fino alla forza dirompente e incontenibile della prima vera passione amorosa della ragazza che finirà, nel bene o nel male, col sovvertire ogni ordine precostituito. La principessa e futura regina Estelle, figlia del re Gustav IV e Alessaija, sembra aver ereditato dalla madre non solo la straordinaria grazia e bellezza, ma anche una terribile e, forse letale, avversione alla luce del sole. Vinto dalla paura, per l’amore incondizionato che prova per lei, il Re padre trasforma il castello, e l’immenso giardino, in un posto dove il sole non potrà affacciarsi in nessun modo, e, se la figlia sarà costretta a vivere tutta la vita esclusa dal mondo, farà in modo che tutto il mondo possa passare nel suo castello per allietare le continue feste organizzate per la sua bambina. E tutto sembra procedere secondo i suoi piani, fino a quando al castello, in occasione della giostra indetta per dare uno sposo alla sua unica figlia, non capiteranno il principe Ileardo di Hardangerfjord e Juan, un suonatore di accordìon.

 

Le temperature in questi giorni sono scese sensibilmente, il caldo anomalo sta piano piano lasciando spazio all’autunno e a i suoi colori meravigliosi. Oggi approderemo in un regno lontano, distante nello spazio e nel tempo, un regno di fantasia adornato dai fiori, dagli oggetti e dai colori più belli e luminosi, tutto per rischiarare e colorare la vita della sua bellissima principessa, Estelle. La storia di Massimo Piccolo può sembrare a primo impatto una fiaba, un’avventura in stile Disney, ma non è così perché semplicemente non si tratta di una fiaba.

 

Juan non pensava più al dolce, alla guance rosse, né cercava parole da dire. Sapeva esattamente quello che voleva. Una delle rarissime volte da quando era venuto al mondo, in verità, che non aveva dubbi. Come quando, di punti in bianco, aveva lasciato la casa dei suoi natali, troppo fredda e affollata, per cercare un pò di tepore altrove con la sua musica.

 

Re Gustav e la regina Bianca erano due sovrani amati dal proprio popolo, governavano con giustizia il loro regno colorato e bagnato dal mare. La regina aveva la pelle candida come l’alabastro e soffriva di una rara malattia per cui i raggi del sole le erano fatali, era cagionevole di salute tanto che le sconsigliarono di avere un figlio. La sua personalità era forte come l’acciaio ma la sua anima era intrappolata in un corpo di cristallo, questo però non la scoraggiò dal mettere al mondo un erede, Estelle, la cui nascita decretò la sua morte. La principessa crebbe nell’amore incondizionato del padre e dei suoi sudditi, dopo aver vissuto una manciata di compleanni si accorsero che il sole la indeboliva, proprio come sua madre aveva la pelle candida come l’avorio e i capelli color della neve.
Leggere dell’amore di un padre verso la figlia è stato emozionante, la voce di Massimo Piccolo sottolinea, scegliendo parole musicali, la grandezza e la sincerità di questo sentimento.

 

Estelle che si estendeva a levante del castello, e della cui esistenza, pur se in tanti erano disposti a giurare di esserci stati o di averlo visto, come una leggenda che viaggia di bocca in bocca per i cinque continenti, non si poteva essere davvero certi se non sincerandosene con i propri occhi.

 

Sentimento che presto si trasformò in angosciante apprensione, tanto che il re fece oscurare il sole creando un cielo di teli azzurri, riempì il castello e i giardini di fiori colorati ed esotici, cercò di portare il mondo dalla sua amata Estelle che non avrebbe avuto la possibilità di vederlo senza perire. La bellezza del castello mi ha colpita molto, il re lo ha reso un posto fantastico, pieni di colori, di profumi e di magia, ma anche se dorata rimaneva pur sembra una gabbia. Crescendo Estelle divenne una ragazza bellissima, era forte in lei il desiderio di uscire dal castello, ma la consapevolezza di quello che le sarebbe accaduto la spingeva a restare a casa. Venne il momento per lei di scoprire l’amore, il re allora organizzò una serie di grandi feste alle quali avrebbero partecipato principi pronti a prendere moglie. Prima dell’inizio di una serata Estelle incontrò casualmente Juan, un suonatore di accordìon, tra i due scattò una particolare scintilla al primo sguardo, sembrava che i due fossero già legati da qualcosa di profondo.

 

A ogni possibile pretendente, il Consiglio del re aveva ben spiegato le regole di quella incruenta giostra. Il terzo giorno, tra la terza e la quarta ora pomeridiana, i principi e gli ufficiali che avevano avuto il privilegio di un ballo con Estelle potevano ufficializzare al re la loro proposta di matrimonio; lo stesso re, poi, in seduta privata avrebbe sottoposto alla figlia le candidature, e lei avrebbe solo dovuto rispondere con un cenno del capo se tra i nomi fatti ci fosse quello di cui riteneva degno.

 

La loro ipotetica relazione non sarebbe stata accolta bene dal padre, lo sapeva bene Estelle e per questo decise di ignorare i propri sentimenti e la felicità che le regalò vivere pochi romantici momenti rubati con Juan. Scelse di prendere come sposo il principe Ileardo di Hardangerfjord, il classico Don Giovanni che fu ammaliato dalla sua bellezza. Sinceramente non ho per niente condiviso la scelta della protagonista, proprio i suoi ragionamenti mi hanno dato l’impressione che fosse una ragazza viziata, infatti non ho apprezzato più molto il suo personaggio. Contrariamente ho adorato Juan, la sua caparbietà e la forza con il quale ha provato a da voce ai propri sentimenti, il coraggio di affrontare i giorni dopo che il suo cuore fu spezzato. Juan è stato il personaggio che ho amato di più di questa storia, quando inizia a suonare le tristi note con il suo accordìon, la storia si riempie proprio di magia.

 

Quando alla fine sentì che non aveva più lacrime da piangere e i suoi singhiozzi, comunque, non avrebbero lasciato il castello, strinse il pugno e colpì il muro una volta, una seconda e una terza e cento ancora e ancora cento e poi mille finché un attimo prima che sorgesse il sole, un mattone si spostò e cadde.

 

Estelle. Storia di una principessa e di un suonatore di accordìon, non è una fiaba, non ci sarà il “e vissero felici e contenti” perché il matrimonio della principessa non si rivela felice; la scelta del finale è davvero di impatto, e devo ammettere che mi è piaciuta tanto. La storia di Massimo Piccolo, forse, possiamo dire che è una fiaba che vuole però mantenere una strettissima connessione con la realtà, nonostante gli elementi fantastici c’è molto di reale. Penso che sia una lettura più per adulti o per lettori già un pò cresciuti, non è in stile Disney ma personalmente mi rimanda più ai fratelli Grimm.

 

 

 

 

 

 

Desclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa Cuzzolin per la copia omaggio

May the Force be with you!
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