Il ritorno del soldato di Rebecca West | Recensione di Deborah

Rebecca West nata Cicely Isabel Fairfield a Londra, prese il suo pseudonimo dall’omonimo personaggio di Ibsen, un’eroina ribelle. Nel corso della sua lunga vita travagliata e romanzesca è stata scrittrice, giornalista, critica letteraria, grande viaggiatrice, femminista ante litteram e politicamente impegnata. La trilogia degli Aubrey, il suo capolavoro, interamente pubblicata da Fazi Editore, è composta da La famiglia Aubrey (2018), Nel cuore della notte (2019) e Rosamund (2019). Fazi Editore ha pubblicato anche i romanzi Quel prodigio di Harriet Hume (2020) e Un matrimonio non premeditato (2021).

 

Avevamo noi la responsabilità di garantire a Chirs una vita armoniosa e felice in cambio della mancanza di avventure, e in questo trovavamo la nostra dignità. Ma ora, proprio perché i nostri sforzi avevano raggiunto risultati tanto brillanti, com’era desolato quel palcoscenico vuoto…

 

Editore: Fazi Editore
Data di uscita: 21 ottobre 2022
Pagine: 134
Prezzo: 16.00

In una casa signorile sulle colline inglesi Kitty e Jenny, come molte connazionali, attendono trepidanti il ritorno di un uomo. Il soldato Chris Baldry, marito di Kitty e cugino di Jenny, si trova «da qualche parte in Francia» a combattere. Nessuna delle due immagina che a varcare la soglia sarà un estraneo, un uomo segnato dalla guerra in maniera indelebile, illeso nel corpo ma dalla psiche martoriata. Insieme al ricordo delle granate e delle membra dilaniate di tanti commilitoni, il trentaseienne Chris ha rimosso gli ultimi quindici anni della propria vita: non rammenta nulla del matrimonio con l’aristocratica Kitty né della tragica perdita del loro figlio, avvenuta poco prima della guerra. I suoi ricordi si fermano alle estati della giovinezza nella casa di famiglia e al primo amore, quello per Margaret, la figlia di un fattore locale. È a lei che scrive annunciando il proprio ritorno imminente e, per un crudele scherzo del destino, è proprio da lei che Kitty e Jenny ricevono la notizia. Le due donne dovranno affrontare una scelta difficile: lasciare che Chris rimanga felicemente inconsapevole della sua vera vita o aiutarlo a richiamare alla memoria i traumi del passato.

 

Cari lettori,
vi potrà sembrare strano ma Il ritorno del soldato è stato il mio primo romanzo di Rebecca West, conoscevo già l’autrice anche se non avevo ancora avuto l’occasione di leggere qualcosa di suo nonostante io sia una grande appassionata di saghe familiari.

Lo stile di Rebecca West mi è piaciuto molto, avrei preferito conoscerla attraverso la saga dedicata alla famiglia Aubrey, credo che avrei apprezzato un po’ di più questo suo piccolo romanzo, mai dire mai, credo che la sua serie finirà presto nelle mia lunghissima wishlist!

La voce di Rebecca West è melodiosa e avvolgente, l’autrice grazie alle descrizioni accattivanti e mai pesanti sa come creare un’atmosfera magica che trasporta il lettore nell’Inghilterra dei primi del Novecento. Mi è piaciuto moltissimo essere immersa in queste atmosfere che su di me esercitano un grande fascino: gli inizi del Novecento sono un periodo di grande fermento, la modernità avanza ma si percepisce che le tradizioni del passato fanno fatica ad essere abbandonate, specialmente nelle case delle persone benestanti. L’Europa e di conseguenza l’Inghilterra sono state scaraventate in una guerra di portata mondiale, la prima Grande Guerra, dopo tre decenni di pace nell’epoca della Belle Epoque le persone sono dovute passare da uno stile di vita spensierato a fronteggiare le preoccupazioni e le austerità della guerra.

 

Per molto tempo non le ho volute leggere. Mi sembrava che non fosse giusto. Sono una donna sposata. Ma quando ho ricevuto quel telegramma con la notizia che era ferito, sono salita e le ho lette. Oh, quelle lettere…

 

In questo scenario complesso Rebecca West narra la storia dei suoi protagonisti: Kitty, Jenny, e il soldato Chris. Chris Baldry, marito di Kitty e cugino di Jenny, viene spedito al fronte in Francia a combattere, mentre la cugina e la moglie restano nella loro tenuta incastonata tra le colline inglesi. Mi ha colpito come queste due donne nonostante il mondo stesse fronteggiando la calamità della guerra abbiano mantenuto le loro abitudini e il loro stile di vita praticamente invariato, è come se si fossero rifugiate nella loro bolla di tranquillità in attesa del ritorno di Chirs. Il soldato fortunatamente torna a casa illeso nel fisico ma non nella mente, gli orrori della guerra infatti gli hanno inflitto una brutta amnesia a causa della quale l’uomo ha rimosso gli ultimi quindici anni di vita.

Per Chris la cugina è solo una compagna di giochi e la moglie non esiste, il suo ritorno rompe inevitabilmente la bolla dorata nella quale erano immerse le due donne, una nuova variabile entra in gioco: la donna della quale Chris era innamorato proprio quindici anni fa, Margaret.

Jenny è un personaggio molto strano, da quello che ho capito è lei stessa innamorata di Chirs infatti cerca di avvicinarsi il più possibile a Margaret e rimanere partecipe delle dinamiche tra i due. Kitty invece è molto stoica, dentro di sé è adirata con il marito ma riesce a comportarsi in modo comprensivo permettendogli di riavvicinarsi al passato. Riportare il marito alla realtà o lasciarlo nella dolcezza del non sapere? C’è un evento molto doloroso che lega Chirs e Kitty in modo viscerale, sarà proprio questo la chiave per riportare l’uomo al presente rompendo l’idillio causato dal trauma. È la scelta giusta? Non c’è una risposta semplice perché ogni scelta genera dolore.

 

 

 

 

 

 

 

Desclaimer: si ringrazia Fazi Editore per la copia omaggio

 

 

 

 

May the Force be with you!
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