Inku Stories #11: Fragments of horror di Junji Ito (Star Comics)

Instagram: @brivididicarta | @stambergadinchiostro | Illustrazioni di @carlo.salvato

Secondo protagonista della giornata è lui, Junji Ito, con la sua antologia “Fragments of horror“, pubblicata sempre da Edizioni Star Comics nella collana Umami e tradotta da Ernesto Cellie e Chieko Toba.

Pagine: 219

Acquistalo subito: Fragments of horror

Editore: Edizioni Star Comics
Collana: Umami
Traduzione: Ernesto Cellie e Chieko Toba

Data di uscita: 29 Agosto
Prezzo: € 15,00

Fantasmi, case stregate, paranoie, nevrosi e creature ultraterrene popolano una sequenza di storie a “intensità crescente”, drammatiche e grottesche al tempo stesso, i cui protagonisti – uomini deboli e disagiati preda di mostri, spettri e allucinazioni disturbanti dalle sembianze femminili – si trovano ad affrontare sia le proprie paure che malvagie entità sovrannaturali pronte a sopraffare le loro menti e i loro corpi. Abbinando un tratto elegante e suggestivo a doti di storyteller, il maestro Junji Ito affronta, pur con una buona dose di ironia, tutti i temi principali del filone horror, dando vita a una splendida quanto inquietante raccolta di short stories che parlano di subconscio e paure ancestrali, andando a colpire direttamente lo stomaco del lettore.

Junji Ito sarà ospite al Lucca Comics & Games di quest’anno e già questa notizia dovrebbe far esultare tutti i suoi fan, ma prima di prepararci psicologicamente al festival concentriamoci sulle opere portate in Italia grazie a Edizioni Star Comics, questa è la terza uscita dedicata al mangaka, il quarto volume della collana Umami: Fragments of Horror.

Mai titolo fu più azzeccato, perché vedete questi che abbiamo fra le mani sono veri e propri frammenti del brivido, un po’ più soft rispetto a Uzumaki, ma non per questo meno agghiaccianti.

Nella postfazione è lo stesso Ito ad ammettere di essersi un po’ “ammorbidito”, di aver smussato quegli spigoli che tendevano a disturbare la quiete dei suoi lettori, la morte del suo vecchio editor ha lasciato dentro di lui un vuoto, un vuoto con il quale ha dovuto convivere prima di ritornare nuovamente in pista.

Leggendo l’opera per intero in realtà mi rendo conto che l’effetto traumatizzante delle spirali ha lasciato spazio a qualcosa di più sofisticato, a storie del terrore che mi piacerebbe ascoltare davanti a un bel falò, qualcosa di unico che soltanto un genio del male come il mangaka sarebbe riuscito a partorire.

Il suo stile resta indiscusso, così come le sue linee, tratti curati nei minimi dettagli dai quali spiccano forme, trasformazioni e orrori che vivono i suoi personaggi, con la giusta dose di sadismo e un pizzico di sarcasmo che usa per criticare, informare o semplicemente per raccontare una bella storia.

Sono otto i racconti presenti in quest’opera, l’otto sembra essere un numero che mi perseguita, che l’universo cerchi di dirmi qualcosa? Futon apre l’antologia, una storia breve che suggerisce cosa aspettarci dall’opera, ma se si pensa che l’atmosfera che si respira fra le pagine sia leggera come quella della prima storia, ci si sbaglia, perché quella era soltanto un piccolo antipasto per dare al lettore quel senso di calma prima di tramortirlo con racconti più inquietanti.

Source: Google.

Subito dopo “Il mistero della casa di legno” ci conferma quello che sapevamo già sul mangaka, ovvero che ogni elemento non è mai lasciato al caso, anche una casa può essere la protagonista perfetta per una storia maledetta, così come un dolcevita si trasforma in un indumento di salvezza e tortura in “Tomio – il dolcevita rosso”, tra l’altro il mio racconto preferito, un mix di sadismo e paranoia che mi hanno ricordato il vecchio Ito, quello che ho apprezzato e del quale sono rimasta inquietata in precedenza.

La “Separazione graduale” è un altro racconto di transizione con una storia meraviglioso e al tempo stesso malinconica, la morte che non rappresenta la fine ma è un nuovo punto di inizio, anche se sfuma nell’evanescenza degli spettri dei defunti che non vengono dimenticati, ma il loro ricordo crea un’immagine residua, qualcosa che all’inizio è piacevole da vedere ma che col tempo diventa dolorosa e non si aspetta altro che scompaia nel nulla.

Bisturina” cambia nuovamente ritmo e ribalta le carte in tavola con una storia disturbante, ossessiva e penetrante, mentre dall’altra parte con “L’uccello nero” abbiamo la situazione opposta, non è più la protagonista a cercare disperatamente di soddisfare la sua ossessione ma il protagonista di questa storia si ritrova a che la sua salvezza è anche la sua sciagura.

Gli ultimi due racconti invece “Magami Nanakuse” e “La donna che bisbigliava all’orecchio” chiudono l’antologia mettendo in scena tic traumatizzanti; una scrittrice diventa una predatrice a caccia di ispirazione mentre dall’altra parte una giovane donna per aiutare una ragazza si trasforma nel suo grillo parlante, la sua vocina nella testa, una sorta di coscienza oscura che le suggerisce cosa fare.

“Ora la tua testa è completamente staccata dal corpo… adesso dipende tutto dalle tue mani. Stringila forte, se i nervi si spostassero anche solo di poco, per te sarebbe la fine!
Source: Google.

Un Junji Ito a frammenti è un’immagine interessante da comporre, un puzzle pittoresco in cui si alternano momenti agghiaccianti ed altri meno violenti, ma sicuramente non meno inquietanti.

Per essere un lavoro realizzato dopo una lunga pausa di ben otto anni Ito ha saputo tirare fuori qualcosa di unico anche questa volta che sebbene non eguaglia “Uzumaki” in quanto ad orrore e storia complessa, trova nella sua semplicità un modo per raccontare storie interessanti quasi come se fossero brutti sogni fatti di notte.

Le immagini di questi incubi che l’autore ci racconta assumono la forma di mostri, fantasmi e streghe, creature della notte scaturite dal subconscio, qualcosa di così semplice e brutale da sembrare reale. Nonostante l’inizio sia stato soft c’è stata una rapida ascesa verso la sua vecchia abitudine a disturbarci con le sue visioni grottesche del mondo.

“Il mondo è invaso dai mostri e dai fantasmi!

Tirando le somme posso soltanto dirvi che per essere una raccolta di racconti l’opera risulta fluida e omogenea, nonostante questi siano solo dei “frammenti” ed è la dimostrazione che quando uno è bravo e sa fare il proprio lavoro, anche quando crede di inciampare in realtà non inciampa.

Fragments of horror” è una raccolta di piccole schegge terrificanti che una alla volta si insinuano sottopelle lasciando quella sensazione di terrore, il brivido dietro la schiena.

⚜ Manga Simili: Se non avete recuperato Uzumaki, recuperatelo.
⚜ Reazione post lettura: Vorrei che Junji Ito scrivesse e illustrasse una raccolta di storie della buonanotte per bambini coraggiosi che in realtà se la fanno sotto dalla paura.
⚜ Pagine lette: 219
⚜ Da consumarsi preferibilmente: Di notte, quando i rumori esterni prevalgono e, leggendo questa raccolta, si trasformano in cose spaventose, incubi dai quali fuggire.

 

 

 

disclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa di Star Comics per la copia omaggio.

 

May the Force be with you!
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