Inku Stories #28: Atsushi Kaneko’s Deathco vol. 2-3-4

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Proseguo il mio viaggio tra le tavole di “Deathco” con i volumi 2, 3 e 4, serie firmata da uno dei mangaka che amo, Atsushi Kaneko e pubblicata in Italia da Edizioni Star Comics.

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In un mondo sempre più pervaso dalla violenza, una delle figure professionali di maggior successo è quella dell’assassino. I Reaper sono dei killer che compiono le missioni in costume, e con i loro originali travestimenti si tengono in costante competizione. Estremamente numerosi, fanno riferimento alla Gilda che, di volta in volta, invia una “notifica” con la nuova “testa” da far fuori… L’universo dei “mietitori” sembra retto da un certo equilibrio, ma la comparsa di una ragazza che si fa chiamare Deathco, disposta a ricorrere a qualsiasi mezzo pur di raggiungere il proprio obiettivo, cambia tutto…

Si scaglia con tutta la sua vena pulp uno dei mangaka che più mi ha regalato soddisfazioni con una serie che gronda sangue da ogni tavola: Atsushi Kaneko. Questo autore è riuscito a trasformare il mondo dei sicari in qualcosa di accattivante, dimostrandosi sempre più abile a raccontare e illustrare storie che si muovono controcorrente, si scontrano con altre pubblicazioni restando sempre a galla e talvolta arrivando persino a superarle. 

Il primo volume era sostanzialmente un’introduzione, ovvero un piccolo assaggio dell’atmosfera che si sarebbe respirata all’interno della serie, pesante, satura di follia e in un certo senso malsana, quel genere di antipasto è però servito alla Kaneko, dopo il primo boccone tutti i sapori esplodono già in bocca, lasciandoti in un certo senso disorientato, ma alla fine della giornata c’è quel pensiero fisso che ritorna, l’ossessione per l’esperienza vissuta e questo ti spinge a ritornare tra le sue tavole, a scoprire come andrà avanti la storia della piccola e letale Deathco.

Ed è questo che mi ha spinta a proseguire la storia, quella sensazione di stupore e curiosità che mi ha portata a scoprire una serie fatta di contrasti dove poco a poco si riesce a mettere a fuoco la protagonista di Kaneko, che per quanto bizzarra posso apparire ci sono dei momenti in cui il suo comportamento racconta molto di più di quando parla. 

Con il proseguire della lettura si entra nel meccanismo della gilda, organizzazione ancora celata nell’ombra che si limita a fornire ai sicari le teste da mozzare, creando così un terreno competitivo dove l’ultimo che arriva non piglia pesci, rischia soltanto di diventare la preda di un mietitore. Qui si comincia già ad ampliare lo spettro dei personaggi in gioco, pedine familiari mentre altre nuove che si muovono in un contesto già conosciuto nel primo volume, un terreno di caccia in cui Kaneko dimostra in tutto e per tutto la sua abilità da illustratore rendendo gli scenari reali e soprattutto le sue figure dinamiche.

La storia esplode quando il mangaka sfrutta un’occasione di stallo per far emergere la sua protagonista da una situazione difficile, un momento nel quale si capisce quanto Deathco che odia tutto, compreso uccidere, sia in realtà un predatore affamato che vive per la caccia, svogliata quando si tratta di normale burocrazia ma letale quando entra in scena. Questo ci porta a conoscere più da vicino ciò che c’è attorno a lei, la misteriosa Madame M., la donna che ospita Deathco nel suo castello e il suo losco tirapiedi, incaricato di rattopparla dopo una missione.

È nel passato però che si trovano le risposte ad alcune domande, come ad esempio il legame che  c’è tra Madame M. e Deathco ed è sempre nello stesso abisso, in ciò che è accaduto in precedenza, che un volto ritorna a farsi vivo, svestendosi del suo lato umano per indossare le vesti del Dottor Morte, personaggio che non è interessato ad altro che rilasciare la sua arma di distruzione, qui Kaneko diventa molto attuale, mostra come basti questo genere di strumento a far srotolare un red carpet sotto i piedi dell’inventore, colui che detiene nelle proprie mani la sorte del mondo e che a seconda del benefattore viene utilizzato per schiacciare chiunque il mecenate decida di schiacciare.

Il mondo di Kaneko è crudo e spietato, non c’è spazio per la morale o per le buone intenzioni, sin dall’inizio ci catapulta nell’oscurità assoluta senza fornire altro che una torcia che poco a poco illumina gli orrori che si celano all’interno di essa, forme che scrutano a fondo ma non sono interessate a capirci per come siamo in realtà, bensì sono lì per ricordarci che una volta incrociato il loro sguardo c’è solo una strada da percorrere: la morte.

Lo dimostra anche un altro personaggio che si incastra alla perfezione in questo grande puzzle, Deevil, un mietitore particolare, che non disegna il sangue di altri reaper, lo vediamo muoversi tra le tavole mostrandosi in tutta la sua essenza macabra, segnato dalle cicatrici lasciategli da una vecchia assassina, l’incognita che lega la sotto trama sviluppata da Kaneko che sfiora e arricchisce le storie dei personaggi principali, che si mostrano a noi sotto una nuova luce, con una chiave di lettura completamente diversa, ma senza abbandonare il lato macabro e grottesco che li contraddistingue.

Questi tre volumi in sostanza ribadiscono non solo la bravura di Kaneko nel suo lavoro, ma anche la sua visione critica della società, interpretata a suo modo come un eterno contrasto tra il male e qualcosa di peggiore. Non mi resta che augurarvi buona lettura e darvi appuntamento al prossimo articolo dove chiuderemo il discorso su questa serie.

“Non è un gioco. Non deve essere un gioco. Eppure… gioca, gioca, gioca.”

⚜ Manga simili: Soil
⚜ Reazione post lettura:
Mollo tutto per diventare un reaper.

⚜ Pagine lette: 576 ca.
⚜ Da consumarsi preferibilmente: Con moderazione, la notifica della gilda potrebbe arrivare da un momento all’altro.

 

 

 

 

 

disclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa di Star Comics per la copia omaggio.

 

May the Force be with you!
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