Inku Stories #55: My Hero Academia N° 12, 13 e 14 di Kohei Horikoshi

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Dopo la fine della quarta stagione mi è venuta nostalgia di My Hero Academia, per questo motivo oggi continuiamo il viaggio all’interno del manga con i volumi 12, 13 e 14. Kohei Horikoshi, come sempre, non si smentisce mai. Prima di procedere vi consiglio di leggere i volumi.  

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In un mondo in cui essere supereroi è la normalità, nascere senza particolari poteri equivale a una vera e propria disgrazia! Izuku Midoriya dovrà mettercela tutta per ottenere un superpotere, e nonostante l’impresa sembri impossibile qualcuno finirà per notare le sue capacità…

My Hero Academia è forse una di quelle poche serie che, una volta scoperta, ho finito per divorarla, stesso discorso per quanto riguarda l’anime. I personaggi di Horikoshi a distanza di sei anni risultano ancora “freschi” e accattivanti, per non parlare della storia, sempre più complessa e che in qualche modo mette in luce gli aspetti più agghiaccianti di una società dove sono i quirk a dettare leggere.

Il mondo di MHA è particolare, solo eroi professionisti sono in grado di utilizzare le loro abilità per il bene comune, ma come ci ha dimostrato più volte il sensei non esiste luce senza ombra e questo significa che senza i cattivi non esisterebbero gli eroi che conosciamo e questo ci porta a Izuku Midoriya e il suo difficile viaggio nel diventare un supereroe. Volume dopo volume ci si rende conto che non sempre volere è potere, per raggiungere un obiettivo bisogna lavorare sodo o nel caso di Midoriya, arrivare fino al limite e superarlo. 

Allo Yuuei, sotto l’occhio vigile di Shota Aizawa, Izuku impara la disciplina, il sacrificio e il duro lavoro, che non sempre gli permette di vivere la spensieratezza dei suoi anni, il mondo sembra quasi crollargli da un momento all’altro, i malvagi sono sempre in agguato pronti a sferrare una mossa ed è per questo motivo che prendere la licenza e cominciare a fare gavetta è così indispensabile. 

Nel volume 12 si comincia a parlare di mosse speciali, la firma distintiva di un pro hero e sulla quale i ragazzi devono lavorare sodo per riuscire a tirare il meglio dal loro quirk in una mossa che, oltre a distinguersi, possa risultare efficace. Si lavora quindi sul potenziamento del quirk insieme ad Aizawa, Cementos, Midnight ed Ectoplasm per arrivare pronti all’esame della licenza. È è qui che cominciamo a vedere la 1A dare il meglio di sé, padroneggiare le proprie capacità e in un clima saturo di ambizioni e desiderio di dimostrarsi all’altezza si intravede la fragilità di colui che ha dedicato la vita intera a diventare un simbolo: All Might.

Dopo gli avvenimenti dell’undicesimo volume, l’eroe per eccellenza, sembra quasi impacciato, a stento si riconosce, c’è solo quel triste bagliore nei suoi occhi e la consapevolezza che ora sono i più giovani a poter portare avanti la sua eredità, l’ideale di una figura rassicurante in grado di fare del bene con un potere devastante. Non lo nego, ho adorato vedere i ragazzi lavorare sulle loro abilità, cercando di immaginare il risultato finale. Per Izuku non si tratta solo di mettersi alla prova, il suo quirk è ancora instabile e questo lo rende una bomba ad orologeria a tutti gli effetti, ma aiutato da Hatsume Mei, non avrà di che preoccuparsi o forse si.

Si impara qualcosa di più sui miglioramenti e sulle abilità, ma è nel banco di prova, nell’esame per diventare eroi semi-professionisti che le tavole di Horikoshi “esplodono”. Il liceo Yuuei si ritrova a fronteggiare lo Shiketsu e l’accademia Ketsubutsu, la cui seconda classe è guidata niente poco di meno che Joker, uno dei personaggi che ho amato di più. Tra parole non dette e prove estenuanti questo è un volume che si distingue per il susseguirsi di azione e personaggi che emergono, sia volti familiari che nuovi. 

Nel cuore delle diverse prove si riprende dal volume successivo, il 13. L’esercitazione di salvataggio per quanto possa sembrare semplice per chi possiede un quirk mostra tutte le sue insidie nel momento in cui bisogna agire, non è facile gestire una situazione del genere, non quando la tensione la fa da padrona e l’orgoglio fuorvia la ragione, ma c’è comunque qualcuno come Midoriya che le tenta tutte pur di avvicinarsi alla figura di All Might.

Se nel precedente volume era il Natural Born Hero a mostrarsi vulnerabile questa volta è il turno di Ochako Uraraka, titubante e consumata da ciò che prova. Non ha il tempo di elaborare ciò che sente perchè nel mezzo di una prova del genere bisogna focalizzarsi sull’obiettivo, riuscire a superare ogni prova e prendere così la licenza, un piccolo step per raggiungere Izuku. La prova raggiunge il suo apice con l’arrivo di Gang Orca, che mette a dura prova Bakugo, Todoroki, Inasa Yoarashi e Yo Shindo dell’accademia Ketsubutsu, il passato si riversa sul presente nel momento stesso in cui i dissapori si fanno largo mettendo a tacere la ragione e questo purtroppo ha delle gravi conseguenze. 

 Azione è la parola chiave anche di questo volumetto, dove l’esame è il terreno ideale per mettere alle strette anche il più determinato dei ragazzi, cadono come tessere del domino e provano a rialzarsi, ma è dietro le quinte che intanto l’Unione dei Villain muove i suoi passi verso il gradino successivo e questo ci porta a conoscere Twice, voce narrante di un capitoletto, occhio vigile che osserva quello che accade nel quartiere, in particolar modo del personaggio protagonista della copertina del volume successivo, Overhaul, una figura che darà filo da torcere a chiunque. 

Ho avuto i brividi leggendo la conversazione fra All for One e One for all, ma come ho detto prima, questo è anche il volume dei problemi irrisolti, che emergono e mostrano un nuovo lato dei personaggi, l’esempio calzante è proprio la lite fra Bakugo e Izuku, dove nessuno dei due si risparmia, ma forse è questo il problema: a furia di accumulare si esplode. 

Nel volume 14, nonostante i siparietti simpatici, si comincia ad intravedere quella sfumatura tetra, sinonimo della quiete prima della tempesta. I big three, Mirio Togata, Tamaki Amajiki e Nejire Hado fanno la loro comparsa e con loro la consapevolezza che per diventare un pro hero c’è ancora tantissima strada da fare. Mirio è forse la figura che più si avvicina a quella di All Might, è carismatico, forte e non si è mai arreso nonostante il suo quirk ha sempre continuato a migliorarsi.

Mirio non si perde in chiacchiere e mette alla prova la 1A, per Izuku l’eredità lasciata da All Might diventa poco a poco più pesante, una responsabilità che nonostante voglia portare sulle sue spalle, è troppo grande. 

Il rovescio della medaglia arriva quando compare l’Unione dei Villain e Overhaul viene messo più a fuoco, mostrando sin da subito la potenza del suo potere. Ci ho fatto caso rileggendolo, da questo particolare momento ogni equilibrio viene compromesso e come se non bastasse con l’introduzione di Nighteye il mangaka delinea quella che sarà la parte più difficile e al tempo stesso emozionante del manga. Il volume 11 mi aveva devastata, ma sapendo cosa c’è in arrivo non ero pronta allora e non lo sono neanche ora. 

La storia fino a questo momento è ricca di dettagli, appassionante e per chi ha già letto o visto l’anime anche emozionante. Descriverla con una sola parola mi riesce difficile, è un mix di tante piccole cose che nel loro insieme continuano a rendere unica la serie e i personaggi che popolano le tavole. Non si riesce a rimanere indifferenti di fronte ai personaggi e alla loro evoluzione, in qualche modo finiscono per travolgere chi legge e se fosse per me, vorrei che non finisse mai. 

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⚜ Reazione post lettura:
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⚜ Pagine lette: Troppo poche
⚜ Da consumarsi preferibilmente: subito, prima dell’arrivo del nuovo volume.

 

 

May the Force be with you!
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