Tea Time: Madame Clicquot. Lo champagne sono io di Adriana Assini

Instagram: @brivididicarta | @lastambergadinchiostro

Oggi parliamo finalmente di “Madame Clicquot. Lo champagne sono io”, il romanzo di una delle mie scrittrici preferite: Adriana Assini che, ancora una volta, è riuscita a catapultarmi in un romanzo avvincente e con una protagonista forte come lo sono tutte le donne di cui racconta.

Data di uscita: 24 Marzo

Acquistalo subito: Madame Clicquot. Lo champagne sono io

Editore: Scrittura & Scritture 
Collana: Voci
Genere: Romanzo storico
Pagine: 232
Prezzo: € 16,90

Sul finire del Settecento, in una delle famiglie più agiate di Reims, nella ridente Champagne, tra i dettami di una Rivoluzione che in provincia non ha alzato troppo i toni, Barbe-Nicole Ponsardin cresce sotto l’influenza di un padre liberale e colto.
In seguito, mentre sullo scenario politico si fa largo un personaggio controverso come Bonaparte, mademoiselle Ponsardin, che non sa distinguere un Pinot nero da uno Chardonnay, s’innamora di un giovane produttore di vino, François Clicquot, e lo sposa.
Una storia la sua che sembra destinata a confondersi con quella di tante altre donne del suo stesso ceto, divise tra la cura della prole e le frequentazioni dei salotti alla moda.
Ma una sorte malefica la mette con le spalle al muro, facendola ritrovare molto presto vedova e con una piccola Maison di champagne da gestire.
Sollecitata a chiudere bottega, tanto più che la legge vieta al gentil sesso di lavorare, firmare contratti, assumere responsabilità pubbliche, Barbe-Nicole lascia tutti di stucco aggirando i divieti e mostrando al mondo il suo vero volto: all’insegna del motto “voglio una sola qualità, la primissima”, decide di mettersi lei a capo dell’impresa.
Nessuno scommetterebbe un franco sulla sua riuscita, e invece…

Dovrei preparare una buona tazza di tè ma con questo caldo ci vorrebbe un té ghiacciato o per rimanere in tema, ci vorrebbe un bicchierino di champagne e qualche formaggio da degustare. Da quando ho cominciato a lavorare ho avuto pochissimo tempo da dedicare al blog e questo mi ha un po’ rattristata. Ecco perché tornare a parlare di libri in compagnia di Adriana Assini rende il tutto meno amaro perché i suoi libri mi hanno tenuto compagnia durante momenti importanti della mia vita e di questo le sarò per sempre grata. 

Questa volta ho avuto tra le mani una storia in cui le bollicine sono il punto di rottura e al tempo stesso quello di partenza, perché Veuve Clicquot ha una storia che forse non tutti conoscono, probabilmente uno dei rarissimi casi in cui una donna è riuscita a farsi largo, come imprenditrice, trasformando una situazione fallimentare in uno dei più grandi successi.

Leggere la storia di Barbe-Nicole Ponsardin è stato interessante, seguire i suoi movimenti, percepire i suoi pensieri l’hanno resa più reale. Già da ragazzina sapeva cosa voleva, sull’amore non ha avuto dubbi: sposare François Clicquot era scritto nel suo destino. Un amore goffo, genuino e traballante per situazioni politiche ed economiche. Avere sulle spalle un peso come l’azienda di famiglia, cercare di ampliarsi e al tempo stesso vivere e non vedersi vivere, hanno significato per François un enorme sacrificio, tanto grande da richiedere come prezzo la sua stessa vita ed è questo che intendevo come punto di rottura.

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Un avvenimento di questa portata distrugge più o meno ogni cosa, al suo passaggio lascia poco di integro e quel che rimane è lì per piangere ciò che è andato perduto. La morte di François significa per Barbe-Nicole mettere un punto a una parte della sua vita, ma è da qui che la vedova può decidere cosa fare della sua nuova vita, piangere i ruderi del passato oppure sfruttare quelle fondamenta per costruire qualcosa di nuovo, qualcosa che possa resistere alle intemperie e che non sia così facile da demolire.

Avere la forza di fare quel passo in avanti è terrificante, soprattutto perché essere una donna per la società dell’epoca voleva dire non essere capace di fare ciò che poteva fare un uomo e se suo marito aveva fallito nessuno avrebbe riposto in lei la minima speranza, eppure grazie alla sua perspicacia Barbe-Nicole è riuscita a trasformare quel famoso rudere in un castello degno di un re, o meglio di una regina.

Nella vita di una donna che si è fatta da sola, il successo è la base del suo riscatto, le sue intuizioni l’hanno portata a conoscere le più importanti figure storiche della sua epoca, a porsi come loro “pari” e a criticare apertamente una scelta che non riteneva opportuna, a far valere il suo pensiero anche di fronte ai colossi della storia. È questo che la rende una protagonista che si muove controcorrente, un’industriale che ricerca la qualità anziché la quantità, aprendosi laddove tutti invece chiuderebbero i battenti, trasformando così un nome in un brand che ancora oggi gode della sua fama e della sua importante storia.

La sua vita in qualche modo si intreccia a quella di Napoleone in un momento in cui si percepisce nell’aria la vibrazione della sua imminente caduta, contrapposta a quella di Barbe-Nicole sembra quasi uno scontro tra titani, dove a farcela è quello sfavorito. In questo senso devo dire che mi ha molto colpito proprio la ricostruzione del personaggio di Barbe-Nicole, questo impeto di voler fare tanto, ma di avere l’intelligenza necessaria per capire come fare rendere concreta la sua visione.

Questa è una storia di riscatto, di desiderio di emergere, di sfidare la sorte ed uscirne in qualche modo vincitori, anche se il clima politico teso e gli scambi commerciali stavano subendo una battuta d’arresto. È la dimostrazione che, a volte, non basta volerlo per realizzarlo, bisogna lavorare sodo per poter scrivere un capitolo della (propria) storia.

Di Barbe-Nicole Ponsardin porterò con me la sua determinazione e la sua forza. Dire addio a chi si ama di più è stata una delle scene che più mi ha toccata, leggerla e in qualche modo “viverla” attraverso lo stile magistrale di Adriana Assini ha reso soltanto un personaggio importante come lei ancora più indimenticabile.

Madame Clicquot. Lo champagne sono io è un assaggio della forza di una donna che è riuscita a sovvertire la sua sorte e ad entusiasmare il mondo con le sue bollicine.

«Non ricordo se te l’avevo mai detto, ma per il tempo che ti sono stata accanto, non ho desiderato altro che essere tutto il tuo mondo, e solo adesso so che è un’ambizione esagerata e folle voler essere di qualcun altro il suo sole e la sua ombra. Ma allora credevo che gli innamorati si appartenessero l’un l’altra e l’ho scoperto dopo che succede soltanto nei romanzi. Non nella vita vera. Ché seppure l’amore può avvicinare due anime e due corpi, non potrà mai cancellare il fatto d’essere due estranei.»

 

 

 

 

 

disclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa di Scrittura & Scritture per la copia omaggio.

 

 

 

May the Force be with you!
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