Oregon Hill di Howard Owen | Recensione di Deborah

 

Howard Owen è nato in North Carolina, ma vive a Richmond, Virginia. Ha lavorato come giornalista per quarant’anni e ha scritto numerosi romanzi di genere. Con Oregon Hill, il primo libro della serie di Willie Black, ha vinto l’Hammett Prize, dopo scrittori come Elmore Leonard, Margaret Atwood, George Pelecanos e Stephen King

 

Il South Anna non è mai stato un gran fiume, e quell’autunno aveva piovuto meno del solito. Il corpo era incagliato su un ramo a una cinquantina di centimetri di profondità. Sono arrivato mezz’ora dopo l’annuncio del vicesceriffo, quando nessuno si preoccupava di “preservare la scena del crimine” o idiozie del genere. Almeno non ancora.

 

Editore: NN Editore
Data di uscita: 5 novembre 2020
Pagine: 288
Prezzo: 18.00 €

Willie Black è un giornalista vecchio stampo, ama il suo lavoro ed è mosso da un senso di giustizia che è quasi il retaggio di un’altra epoca. Per contro, beve troppo, e il suo carattere ruvido e schietto, poco incline al compromesso, non lo aiuta: infatti, dopo una lunga carriera nella cronaca politica del quotidiano dove lavora, Willie viene retrocesso alla nera, l’ultima sponda prima del licenziamento. Quando il cadavere di una studentessa viene ritrovato senza testa nelle acque del South Anna, la polizia archivia il caso appena il danzato confessa; ma Willie è convinto che dietro quel delitto si nasconda un colpevole ben più insospettabile. Così, intraprende un’inesorabile crociata a Oregon Hill, quartiere storico della città di Richmond in Virginia, dove è costretto a farsi strada in un clima di razzismo, corruzione e menzogne, alla ricerca della verità a ogni costo.

 

Life is old there, older than the trees Younger than the mountains, growin’ like a breeze
Country roads, take me home To the place I belong West Virginia, mountain momma Take me home, country roads...la voce di John Denver e la sua poetica Take me home, country road è stata la colonna sonora che mi ha accompagnato in sottofondo durante la lettura di Oregon Hill, il primo romanzo di Howard Owen con protagonista Willie Black. Un giallo dalle tinte noir che affascina e racchiude molto di più, Howard Owen attraverso il protagonista, Willie Black, ci conduce nell’intricato agglomerato sociale fatto di discriminazione, razzismo, povertà, pregiudizi ed emarginazione sociale.
Howard Owen sa come colpire, lo fa con una voce mordente, incisiva e letale, una prosa immediata, veloce e senza fronzoli che scorre veloce, rapida, molto più rapida delle placide acque del South Anna; pagina dopo pagina l’autore cattura il lettore e lo trascina in una caotica spirale di violenza, discriminazione e umanità.
Alla fine, se vivi nello stesso posto abbastanza a lungo, la gente si dimentica di quello che dovrebbe definirti e di fa bastare quello che sei. Ma c’era sempre qualcuno che non sapeva chi ero.
Oregon Hill non è solo un giallo che tiene il lettore con il fiato sospeso, è molto di più: è un grido di denuncia contro molti problemi sociali che affliggono quotidianamente la nostra realtà e gettano continuamente fango sul fango. Viviamo in un concentrato di razzismo e pregiudizi, in strade dove la giustizia non arriva o tarda ad arrivare, e allora bisogna farsela un po’ da soli a suon di pugni per poter sopravvivere. Oregon Hill è un quartiere di Richmond dove bisogna sgomitare per vivere, per avere un lavoro e per continuare ad avere un lavoro; un altro tema importante trattato è quello del precariato e della disoccupazione che ti può piovere tra capo e collo dall’oggi al domani. In Oregon Hill troviamo tanta, tantissima povertà che porta con sé violenza e disagio sociale; come sempre i poveri sono sempre più poveri, i loro problemi anche di altro genere sono amplificati dalle condizioni economiche nelle quali si dibattono per cercare di restare a galla, in qualche modo. I modi scelti per sopravvivere a condizioni poco favorevoli non sono sempre le scelte migliori, anzi si rivelano pericolose spirali dalle quali sembra proprio impossibile evadere. Ho amato tantissimo il realismo del romanzo, il fatto che la trama gialla sia stata incastonata da Howard Owen in un contesto estremamente veritiero fatto di situazioni crude, violente e credibili.
Questo genere di romanzi in particolare riesce sempre a colpirmi in pieno e a rimanermi dentro; amo l’America cruda, violenta e selvaggia, l’America vera lontana dai lustrini e dalle vite patinate dei pochi che sono riusciti a realizzare il cosiddetto “sogno americano”; queste storie dense e difficili sono destinate a rimanere e a farci battere il cuore.

 

Willie Black è un giornalista di mezza età, un uomo con il quale la vita è stata molto dura fin da quando era un bambino; nato da una ragazza madre bianca e da un padre sconosciuto nero, il suo colore delle pelle non lo ha mai aiutato. A dire il vero anche fare il giornalista si è rivelata una complicazione nella vita, ma cosa ci vogliamo fare…ognuno ha il suo mestiere e Willie Black sicuramente sa svolgere il suo molto bene. Il protagonista si occupa di cronaca nera, presto si trova tra le mai un brutale omicidio: una giovane studentessa universitaria viene ritrovata morta nel fiume South Anna, per giunta decapitata. Una violenza inaudita, anche per Willie Black e per una città come Richmond. I conti iniziano subito a non tornare, l’uomo accusato dell’omicidio della giovane nonostante i suoi precedenti non sembra del tutto colpevole e la polizia sembra invece nascondere qualcosa. Willie Black inizia a indagare per conto suo, giorno dopo giorno si avvicina lentamente alla verità disturbando persone che sarebbe meglio lasciare dove sono, ma Willie alla fine riuscirà a ottenere giustizia, una giustizia che da sola non sarebbe sicuramente arrivata.

Willie Black mi è piaciuto davvero tantissimo come protagonista, infatti non vedo l’ora di ritrovarlo in una nuova avventura firmata da Howard Owen. Willie è un eroe non convenzionale, una sorta di anti eroe, un uomo assolutamente imperfetto che abbraccia diversi vizi: cibo, alcol, donne e sigarette. Insomma una figura molto lontana dall’essere il classico eroe senza macchia ma non per questo meno apprezzabile, anzi proprio il fatto di essere moralmente imperfetto lo rende umano e reale.

 

In casi del genere ho sempre la sensazione che ci sia stato un momento in cui avrebbero potuto cambiare rotta, un bivio sulla strada verso il male. Ma probabilmente non è così. Se tua madre ti partorisce a quindici anni e la tua famiglia vive una situazione difficile sin da quando un lontano antenato fu strappato al suo villaggio e trascinato dall’altra parte dell’Atlantico per essere venduto come schiavo, forse il destino ti pesa sulle spalle come un mastodonte.

 

Oregon Hill è un romanzo noir che tiene con il fiato sospeso, è un’immersione nei meandri oscuri e solitari del disagio sociale che imperversa anche nelle grandi città americane. Howard Owen ci regala un piccolo gioiellino, mi auguro il primo di una lunga, lunghissima serie!

 

 

 

 

 

Desclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa di NN Editore per la copia omaggio

 

May the Force be with you!
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Informazioni su Deborah

Io sono Deborah, una ragazza sognatrice e fantasiosa; con una grande passione per i libri, i film e la scrittura. Sono una ragazza dinamica e attiva, ma quando sento nominare la parola “maratona” mi vedo sul divano con coperta e popcorn a guardare puntate su puntate di serie tv, o la saga completa dei film di Harry Potter!

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