Il protagonista di oggi è l’unico autore che mi concedo come se fosse la mia dose di caffeina: Cristiano Pedrini; nel suo nuovo romanzo “L’isola di Corentin” mostra l’imprevedibilità della vita, che spesso ci conduce verso strade che non credevamo possibili e ci regala qualcosa di inimmaginabile.
Acquistalo subito: L’isola di Corentin
Editore: Youcanprint
Genere: Narrativa
Prezzo: € 2,99 | € 13,00
“C’era sempre qualcosa che si vedeva sfuggire ma non capiva cosa. In fondo quel vuoto era ben difficile da riempire… un vuoto provocato da una solitudine che nonostante tutto, le persone che aveva attorno non erano capaci di colmare.”
Dicono che la speranza sia dura a morire e leggendo il nuovo romanzo di Pedrini sembrerebbe proprio così, il protagonista, Corentin, dopo un viaggio tortuoso non avrebbe mai creduto di trovare sé stesso in un posto inimmaginabile.
Se c’è una cosa che mi piace sempre sottolineare di questo autore è l’importanza del suo stile, con leggerezza riesce a giostrarsi fra qualsiasi argomento rendendolo intrigante agli occhi di chi legge e in più è la spontaneità a rendere una lettura coinvolgente e allo stesso tempo stuzzicante.
Ho davvero adorato la metafora di un’isola come rifugio del protagonista dove isolarsi per non essere ferito, lì in quel luogo si sente al sicuro, protetto dal pericolo esterno, ma è altrettanto vero che è sempre lì che si nasconde la vera essenza di Corentin, un ragazzo che ha tanto da offrire ma è titubante alla sola idea di buttarsi.
Corentin sogna di diventare uno scrittore, le parole per lui sono l’unico modo che conosce per raccontarsi e raccontare ciò che ha dentro, la vera essenza del suo essere che nessuno conosce. È un ragazzo insicuro, uno di quelli che si nascondono dietro un velo, nel suo caso un’isola, per paura del giudizio degli altri.
Un’isola sicura che mostra la sua bellezza solo agli occhi del suo proprietario, che un po’ come una coperta avvolge il ragazzo permettendogli di affrontare l’imprevedibile, ma come ben sappiamo le comfort zone hanno un punto debole: una volta fuori il rischio di vacillare è alto.
Corentin però compie un vero percorso di formazione, maturando dalle esperienze e imparando dai fallimenti, è stata una gioia vederlo allontanarsi da quell’isola e prendere le redini della sua vita, rendendosi conto di aver sempre avuto sotto il naso ciò che gli mancava.
“Le due isole, quella reale, dove viveva, e quella immaginaria, in cui ora si trovava, iniziavano ad assumere dei contorni diversi e se nella prima cercava di accettare il frutto di quelle veloci giornate, doveva ammettere che, disteso sulla seconda, il mondo e tutto il suo carico di responsabilità stavano mutando molto più lentamente.”
La vita con Corentin non è stata estremamente buona, ha perso i suoi genitori e dopo anche suo nonno, ciò che gli è rimasto è una libreria galleggiante dove trascorre le sue giornate in attesa che quel sogno nascosto nel cassetto si realizzi.
Il Monet Verde, un po’ come la sua isola, lo tiene al sicuro, ma è nella sua sicurezza che non riesce a cogliere le opportunità che potrebbero capitargli, ma incontrando un noto pittore, Flavie, che la sua vita prende una piega decisamente inaspettata.
Un topo di biblioteca non avrebbe mai creduto di suscitare l’interesse di un’artista importante, il quale riesce a vedere oltre l’apparenza, permettendogli attraverso l’insicurezza di prendere confidenza con sé stesso e uscire poco a poco fuori dal suo guscio.
Flavie è un uomo sicuro di sé, un pittore che sa bene ciò che vuole e cosa desidera realizzare e che, a differenza di Corentin, sa cogliere al volo le occasioni. Per questo motivo quanto un mecenate gli offre una cifra spropositata per realizzare un quadro comincia la sua ricerca di volti nuovi dai quali trarre ispirazione. Cerca nei tratti dei suoi modelli una bellezza non convenzionale o commerciale, punta alla purezza e alla naturalezza, qualcosa che buchi il dipinto e catturi chi osserva al primo colpo.
Il suo non è un compito semplice eppure confida in Corentin, è bastato un primo sguardo per capire che era quello giusto, un volto tutto nuovo con tanto da raccontare ma che soffoca il suo animo nel timore.
Corentin e Flavie sono uno l’opposto dell’altro, all’inizio entrare in sintonia per entrambi è difficile. Corentin si sente quasi soffocare dalla sicurezza del pittore, il quale non si fa alcun problema a esprimere le sue esigenze, caricando sulle spalle del ragazzo responsabilità che mai credeva di dover avere sulle proprie spalle.
È su questo contrasto che gioca gran parte del romanzo, mostrando quanto spesso due persone opposte riescano a completarsi, colmando uno i vuoti degli altri.
Parigi con la sua bellezza diventa la metafora perfetta per ritrovare sé stessi, i suoi personaggi arricchiscono una città meravigliosa riversando altri colori sulla sua tela e accentuandone la bellezza.
“L’isola di Corentin” potrà essere una fortezza sicura e impenetrabile ma è nelle sue crepe che si cela la chiave per varcare la soglia del proprio essere.
“Il vivere non bastava più… era giunto il momento di immergersi in quel mare e proseguire il viaggio abbandonando ciò che credeva fosse la sua unica via di salvezza ma che l’aveva confinato sulla spiaggia della sua isola esiliandolo dalla realtà.”