Old but gold: Rip Van Winkle di Washington Irving (Leone Editore)

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Oggi parliamo di uno dei racconti più famosi di Washington Irving, ovvero “Rip Van Winkle”, pubblicato per la prima volta nel 1819 e portato a noi due secoli più tardi nella collezione del Leone di Leone Editore.

Data di uscita: 9 Luglio

Acquistalo subito: Rip Van Winkle

Editore: Leone Editore
Collana: Gemme
Genere: Classici
Traduzione: Giulio Mainardi

Prezzo: € 6,00
Pagine: 88

Ambientato poco prima la rivoluzione americana, la storia racconta di Rip Van Winkle, abitante di origine olandesi di un villaggio alle pendici dei monti Catskill. Amato da tutto il villaggio per la sua affabilità, è tuttavia molto pigro, motivo di costanti litigi con la moglie.

Un giorno d’autunno, fuggendo dall’ennesima lite, si rifugia sui monti, dove incontra delle strane persone con cui condivide il loro particolare liquore. Al suo risveglio, tuttavia, scoprirà che qualcosa è cambiato…

In un villaggio newyorchese chiamato Irvington vi sono alcune sculture raffiguranti il povero Rip Van Winkle, protagonista dell’omonimo racconto di Washington Irving, contenuto nella sua antologia The Sketch Book of Geoffrey Crayon. Pubblicata per la prima volta nel 1819 questa curiosa storia ci porta nel cuore di un’America ancora frammentata, che doveva muovere i primi passi verso il cambiamento, per l’appunto ci troviamo nel periodo che precede, anche se di poco, la guerra d’indipendenza. 

Irving già faceva i conti con un nome importante ispirato proprio al condottiero statunitense George Washington, la sua prosa infatti risente anche della sua curiosità storica, si percepisce il suo occhio critico verso quella che era la società americana dell’epoca. Per questo motivo è peculiare anche il suo modo di raccontare, sceglie ancora una volta come figura narrante Diedrich Knickerbocker, personaggio fittizio da lui stesso inventato, che già in passato aveva raccontato la storia newyorchese in un suo vecchio scritto.

La statua di Rip Van Winkle a Irvington, New York

L’autore gli cede la parola fingendo di ritrovare uno scritto postumo dove è narrata la surreale vicenda di Rip, discendente dei Van Winkle e abitante di una colonia inglese nascosta da qualche parte ai piedi dei monti Catskill.  Per molti Rip Van Winkle è sinonimo di garanzia, un uomo affidabile che riesce a sistemare i guai di tutti ma non i suoi, per questo motivo non c’è da stupirsi dei continui battibecchi con sua moglie e del fatto che cerchi un pretesto per rientrare il più tardi possibile a casa. 

La vita di un personaggio comune viene stravolta da uno sconosciuto con il quale si ferma a bere, da quel momento le cose diventano offuscate, sulla figura di Rip Van Winkle cala il silenzio e si pensa addirittura che sia sparito o peggio, morto. Ma la realtà dei fatti è che si è semplicemente addormentato ai piedi di un’albero poco lontano dal suo villaggio. La cosa più bizzarra di questa faccenda è che il povero Rip senza accorgersene, un po’ come la Bella Addormentata, ha schiacciato un pisolino lungo svariati anni. 

Al suo risveglio trova un mondo totalmente diverso da quello che aveva lasciato, molte cose sono cambiate, il nome di Giorgio III non significa più nulla in quelle terre, ora risuona solo il nome del primo presidente americano, sua moglie è scomparsa e i suoi figli sono ormai adulti. Il mondo non si è fermato ad aspettare Rip mentre dormiva, è andato avanti e senza di lui ha preso un corso ben preciso, se avesse mai potuto la differenza in qualsiasi modo non lo saprà mai perchè quegli anni non li ha vissuti, è rimasto immobile come una statua mentre le stagioni gli passavano addosso, scavalcandolo inesorabilmente e instancabilmente. 

Rip Van Winkle quindi appare quasi come un fantasma dell’America passata che tenta di riallacciarsi inutilmente con un presente del tutto diverso, per lui forse anche caotico, privo di una monarchia assoluta dalla quale dipendere in cui libertà e democrazia sembrano due termini alieni, qualcosa che non si immaginava potesse esistere e che invece di punto in bianco è lì davanti ai suoi occhi.

Con questo racconto Washington Irving si conferma essere una delle voci che ammiro, capace di rendere una storia surreale un qualcosa di più, raccontare la storia dell’America donandole anche una sottile sfumatura quasi fantastica in cui Rip Van Winkle rappresenta l’immutabile, ciò che si vorrebbe conservare e che il progresso ci suggerisce di dimenticare.

 

 

 

disclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa di Leone Editore per la copia omaggio.

 

May the Force be with you!
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