The Whispering room: Sofonisba. I ritratti dell’anima di Chiara Montani

Ricordati che qualsiasi momento è buono per cominciare. Apprendi dagli audaci, dai forti, da chi non accetta compromessi, da chi vivrà malgrado tutto. Alzati e guarda il sole nelle mattine e respira la luce dell’alba. Tu sei la parte della forza della tua vita. Adesso svegliati, combatti, cammina, deciditi e trionferai nella vita; Non pensare mai al destino, perché il destino è il pretesto dei falliti.
(Pablo Neruda)

 

La nostra rubrica oggi fa un salto nel passato, un salto alla scoperta di Sofonisba, un’artista forse poco conosciuta che sfidò le convenzioni del tempo, un personaggio particolare e anticonvenzionale. Scopriamo insieme il romanzo di Chiara MontaniSofonisba. I ritratti dell’anima.

 

#Scopriamoilromanzo

 

 

Editore: Il ciliegio 
Data di uscita: 29 novembre 2018
Prezzo: 18.00 €
Pagine: 279
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Dicembre 1579. Sul ponte di una galea una donna veglia nell’oscurità. È sola, confusa e non ha più voglia di lottare. Neppure lei sa cosa la attragga tanto nel vorticare scuro delle onde sotto la chiglia, ma non può evitare di sporgersi. Poi un sussulto della nave, una caduta e una mano che la trattiene.
Da qui ha inizio il viaggio che ripercorre la vita avventurosa di Sofonisba Anguissola, la prima artista al femminile che sfidò le convenzioni e conquistò una fama internazionale, lottando per affermare il suo ruolo e la sua identità.
La vicenda porta Sofonisba dalla natia Cremona, nella Lombardia dominata dagli spagnoli, alle opprimenti atmosfere della corte madrilena di Filippo II, fino alla Sicilia dei viceré, intrecciando i colori dell’arte con pagine di storia, drammi, intrighi, avventure e amori.
L’affresco è dipinto dallo sguardo della protagonista, dotata di una penetrante sensibilità nel cogliere l’animo umano e di una libertà di pensiero costantemente destinata a scontrarsi con i pregiudizi del suo tempo.  Saranno armi sufficienti per affrontare le sfide che la vita le pone di continuo e per darle il coraggio di rivendicare infine il diritto di disporre del proprio destino?

 

 

#Bottaerisposta

 

 

  • Come è nata l’idea di Sofonisba. I ritratti dell’anima?

Il mio primo incontro con Sofonisba Anguissola risale ai lontani tempi dell’università e ricordo di essere stata subito affascinata sia dalla sua figura che dalla sua vita straordinaria, a cui nessun’altra donna dell’epoca avrebbe lontanamente sognato di avvicinarsi. C’erano già tutti gli ingredienti per un romanzo. Una trama avvincente, una grande passione creativa, una vita piena, a contatto con corti, nobili e personaggi che hanno fatto la storia e poi viaggi per mare, successi, avventure e anche una bellissima storia d’amore.

Sono passati diversi anni prima che quell’idea prendesse corpo, ma poi di colpo eccola lì. Ciò che si delineava sempre più chiaro nella mia mente non era una biografia di Sofonisba, storica o artistica che si voglia. Tutto questo era già stato scritto e non avrei potuto aggiungere nulla di più.

Ciò che volevo era che quella vita avventurosa, che mi aveva tanto catturato in gioventù con i suoi toni romanzeschi, diventasse un vero e proprio romanzo. E così ho fatto, cercando di rispettare il più possibile la realtà dei documenti storici, ma inserendomi di continuo con la fantasia fra le molte lacune biografiche.

Non è stato difficile, perché la parte di invenzione sembrava premere per venire alla luce, coinvolgendomi sempre più, mentre le descrizioni, i dialoghi, i personaggi cominciavano a risuonarmi nella testa nei momenti più impensati, tanto da costringermi spesso a ricorrere alla dettatura sullo smartphone per non perdere la freschezza dell’idea.

 

 

  • C’è un episodio che ti si è delineato prima degli altri?

Nel dicembre 1579 Sofonisba, dopo aver trascorso quattordici anni in Spagna e sei in Sicilia, si trova in condizioni di estrema difficoltà. Un destino avverso le ha tolto ogni cosa e non le lascia altra scelta che il rientro in patria, a Cremona. Un luogo che non le appartiene più, dove ha ormai perso gli affetti più cari e dove non la attende altra prospettiva che quella di un onorato tramonto al riparo delle pareti domestiche.

Lì si apre il mio romanzo. Un breve incipit traccia un’istantanea su una donna che veglia nell’oscurità, affacciata sul ponte di una galea, tanto confusa e disperata da sentirsi per un attimo attratta dal vortice scuro delle onde sotto di lei. Poi un sussulto della nave, una caduta e una mano che la afferra, impedendole di precipitare.

Cominciato sotto i peggiori auspici, questo viaggio finisce però per prendere una piega inattesa, che porta Sofonisba alla prima decisione veramente autonoma della sua vita e a rivendicare finalmente il diritto di disporre del proprio destino.

Domandarsi come una donna di mezza età, provata dalle avversità della sorte, nel giro di pochi giorni riesca a reagire, sollevare la testa e a reinventarsi una vita del tutto nuova è qualcosa di estremamente stimolante per un romanziere. Ecco perché non ho mai avuto dubbi sul fatto che quella sarebbe stata la mia scena di apertura e tutta la struttura del romanzo è organizzata di conseguenza, secondo una struttura a piani temporali alternati.

Dopo le due pagine dell’incipit, il nastro si riavvolge e ha inizio il racconto della vita di Sofonisba, scandito in lunghi flashback che hanno il titolo delle città in cui ha vissuto i suoi primi 47 anni: Cremona, Madrid e Palermo. Parallelamente prosegue però anche la vicenda a bordo della nave, che riaffiora con brevissimi incisi fra un flashback e l’altro. I due piani narrativi si incontrano poi nell’ultimo capitolo, dove passo a narrare gli eventi di quei giorni del dicembre 1579, che porteranno la vita di Sofonisba a cambiare radicalmente.

 

 

  • Raccontaci qualcosa riguardo il personaggio storico di Sofonisba.

Sofonisba Anguissola è una delle poche donne della storia dell’arte, l’unica a non essere figlia di un artista e la prima in Italia a raggiungere un successo internazionale.

Nata a Cremona nel 1532 da un nobile attivo nella vita pubblica e artistica cittadina, Sofonisba manifesta una precoce inclinazione per le arti. Il padre, con una decisione per quel tempo inconcepibile, accetta di mandarla a lezione da Bernardino Campi, uno dei nomi più significativi sulla scena cremonese.

In un’epoca in cui alle donne erano totalmente precluse la formazione e la pratica artistica, fatto salvo qualche rarissimo caso fra le mura di un convento, Sofonisba diventa in breve una ritrattista ricercata e apprezzata. Su desiderio del padre, Sofonisba trasmette poi il suo sapere anche alle sorelle, dando vita a una sorta di bottega familiare di stampo femminile.

Chiamata alla corte di Filippo II con il compito ufficiale di dama personale della regina Isabella di Valois, e quello ufficioso di iniziare la regina ai segreti della pittura, Sofonisba ritrae nobili e reali che erano già stati immortalati dai più grandi artisti dell’epoca, ma la sua condizione di gentildonna non le permetterà mai di firmare i suoi lavori, né di ricevere per essi alcun compenso in denaro.

Anche durante gli anni seguenti, che trascorre prima in Sicilia, poi a Genova, poi di nuovo a Palermo, Sofonisba non smette mai di dipingere se non in tardissima età, quando è costretta ad arrendersi a un forte calo della vista. Un vivace cenacolo di artisti gravita per decenni intorno alla sua figura carismatica e lei non cessa mai di trasmettere loro le sue conoscenze, fino al momento della sua morte, avvenuta all’età di 93 anni.

 

 

  • A quale dei tuoi personaggi sei più legata?

Senza dubbio a Sofonisba, il personaggio che ogni romanziere sogna di incontrare. Una donna forte, sensibile, generosa, appassionata, che unisce la grazia e la bellezza rinascimentali a una libertà di pensiero degna di un’eroina del ventesimo secolo e che ha saputo lottare per affermare il suo ruolo e la sua identità in un’epoca in cui le donne, non avevano alcun diritto e in tutti i campi erano penalizzate da incrollabili pregiudizi.

È sua la voce narrante che accompagna il lettore fra le pagine del romanzo. Una scelta che mi ha permesso di offrire uno sguardo privilegiato sull’interiorità della mia protagonista e sulla sua visione del mondo.

 

  • C’è qualche curiosità che non hai scritto nel romanzo e vuoi condividere con i tuoi lettori?

Come artista Sofonisba fu apprezzata da Michelangelo e dal Vasari, che ne parlò nelle sue “Vite”, ispirò il Caravaggio, che le rese aperto omaggio nel suo “Fanciullo morso da un ramarro”, Rubens, che eseguì copie di alcuni suoi dipinti spagnoli e Van Dyck, che ebbe modo di incontrarla nel 1624 e che annotò nel suo taccuino di aver appreso di più da questa vecchia pittrice quasi cieca che dallo studiare le opere dei più insigni maestri.

Gli aneddoti che la riguardano sono così vari che rimando alla lettura dei post del mio blog sul sito www.chiaramontani.com

 

  • Ricostruire un determinato personaggio e periodo storico non deve essere semplice. Puoi raccontarci qualcosa sulla fase di ricerca?

Come sempre per chi affronta un romanzo storico, la verosimiglianza del dettaglio è di vitale importanza, per restituire la verità delle ambientazioni e il clima di un’epoca. Oltre alla necessaria ricerca sul personaggio di Sofonisba attraverso la rilettura di qualche biografia, di saggi critici e dei documenti giunti fino a noi, ho studiato attentamente gli usi e costumi del ‘500, la moda, gli arredi, il cibo, i mestieri, le architetture, i mezzi di trasporto. Di particolare importanza è poi stato il lavoro di documentazione in campo artistico che mi ha permesso, grazie anche alla collaborazione con un restauratore e alla lettura di manuali del tempo, di ricostruire accuratamente i materiali e le tecniche pittoriche, dalla preparazione dei supporti, alla macinazione dei pigmenti, a tutte le fasi di realizzazione.

 

  • Quale messaggio vorresti arrivasse a chi legge il tuo libro?

Più che concentrarsi alla ricerca di un messaggio, vorrei che il lettore si lasciasse trasportare dalle atmosfere evocate dal romanzo, un po’ come se si trovasse di fronte a un dipinto. Se alla fine ne sarà coinvolto e riuscirà a emozionarsi insieme ai miei personaggi, avrò raggiunto il mio proposito.

 

 

  • Cosa significa per te la scrittura? Hai qualche consiglio per chi sogna di intraprendere questo cammino?

Scrivere è per me innanzi tutto un grande piacere e un divertimento. L’esperienza creativa della scrittura è altrettanto gratificante di ciò che provo quando mi dedico alle arti visive, salvo per il fatto che dura molto più a lungo.

L’unico consiglio che mi sento di dare a chi vuole intraprendere questo cammino è di mantenere sempre vivo questo piacere.

 

 

  • Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Sto lavorando ad altri romanzi, sempre di ambientazione storica. E in tutti, come in Sofonisba, l’arte è una vera e propria protagonista, nonché il filo conduttore che si intreccia con l’ossatura della trama, così che l’una sia funzionale all’altra.

 

 

#Conosciamol’autrice

 

Chiara Montani è architetto di formazione, ha lavorato nel campo del design, della grafica e dell’arte, esplorando varie tecniche e materiali e partecipando a esposizioni in Italia e all’estero. Specializzata in Arteterapia, conduce da anni atelier sulle potenzialità terapeutiche del processo creativo. Collabora come copywriter con diverse web-agency.
I suoi racconti e le sue poesie hanno ottenuto più volte riconoscimenti in concorsi nazionali. “Sofonisba. I ritratti dell’anima”, in uscita a novembre 2018, è il suo primo romanzo ed è stato selezionato fra i dieci finalisti al Premio Letterario Internazionale Indipendente 2016 – sezione inediti.

 

 

 

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