Un altro gradito ritorno ci attende oggi in libreria, ovvero quello di Raffaele Malavasi, che con “Due omicidi diabolici” è pronto a colpire nuovamente a suon di penna e inchiostro, trascinando il lettore in un vortice senza fine di crimini e sangue.
Acquistalo subito: Due omicidi diabolici
Editore: Newton Compton Editori
Collana: Nuova narrativa Newton
Genere: Thriller
Prezzo: € 2,99 | € 9,90
Pagine: 448
È passato quasi un anno da quando vi ho parlato per la prima volta di Raffaele Malavasi, che con “Tre cadaveri” si era rivelato una piacevole sorpresa, non una passeggera come lo è l’estate, ma una destinata a durare ed eccoci qui infatti a riparlarne. Questa volta ritorna con “Due omicidi diabolici”, una storia che come la precedente colpisce per il suo stile, riporta sulla scena volti familiari che devono affrontare un caso difficile, rituale, che sta portando scompiglio tra le strade genovesi. Sbaglio o c’è un conto alla rovescia in corso nei suoi titoli? Se così fosse non vedo l’ora di sapere cosa ci riserverà il futuro.
Non è il momento di distrarsi, ma di concentrarsi su questa particolare storia che gronda sangue ed orrore, arriva oltre il velo, muovendosi verso l’occulto, ingredienti che hanno serrato l’indagine attorno alla gola di chi legge come un pitone che continua a stringere la sua preda, la soffoca senza mai darle tregua mentre un macabro film viene riprodotto nella sua mente, un labirinto senza fine di agonia e sofferenza.
La Squadra Omicidi dell’ispettore Gabriele Manzi viene colpita proprio quando meno se lo aspettano, in un momento delicato in cui il papa sta per fare visita al santuario della Madonna della Guardia, protettrice di Genova, la città è in fermento e il macabro ritrovamento del cadavere della sarta, la signora Tiraboschi, smorza l’emozione, allontana la gioia per piombare nuovamente nell’incubo, quello che non da un momento di respiro Manzi.
Se i sassi potessero parlare e raccontare gli orrori che hanno visto sarebbero i testimoni perfetti per risolvere le indagini, invece di essere soltanto i muti spettatori di una scena del crimine dove ciò che resta di una vita è solo una scritta, la consapevolezza per l’ispettore Manzi che per risolvere l’indagine avrà bisogno di tutto l’aiuto possibile prima che la mano che ha brutalmente ucciso una povera donna colpisca ancora. Goffredo Spada entra in gioco insieme a Orietta Costa, cronista, raccogliendo poco a poco i tasselli necessari per comporre il puzzle, capire il disegno e di conseguenza per risolvere il caso, ma la strada non è liscia, ma ricca di insidie e di ostacoli, mentre la domanda è sempre la stessa: quanto sangue dovrà essere ancora versato prima che l’assassino sia sazio o porti a termine la sua missione?
La penna di Raffaele Malavasi non perde un colpo quando si tratta di portare sul piatto un crudo assaggio del lato umano nascosto, quello che spesso non si vede, ma che quando si scatena riesce a distruggere qualsiasi cosa lungo il suo cammino. Con maestria si destreggia tra l’orrore e l’indagine, l’occulto e la ragione, creando un’atmosfera fatta di contrasti che riesce ad essere incisiva e allo stesso tempo a scivolare per il suo stile scorrevole, coinvolgente, dove il lettore si ritrova a vestire i panni da investigatore per venire a capo dell’enigma e scoprire così il lato brutale umano, quello mai sazio.
In un gioco di luci e ombre Malavasi è riuscito nel suo intento, raccontare una storia oscura con una crudezza che l’aveva già distinto contrapposta a un rapporto familiare distorto, murato vivo, che mette sotto i riflettori il Mr. Hyde che non si riesce a tenere a bada, alimentato dal rancore, la rabbia e il disprezzo, ingredienti che possono trasformare un agnello in un lupo affamato.
Con Due diabolici omicidi diamo il bentornato a una grande voce italiana che continua ad evolversi, a far parlare le sue storie e ad incantare i suoi lettori con nuove, crude, intriganti indagini.
«La vita è un atto d’amore, vero?»
«Certo, la vita…».
«Aspetti, mi faccia finire. È un atto d’amore del nostro Signore, che lui ci dona perché ci vuole bene. Vuole permetterci di sperimentare la gioia e rendergli grazie, vero? Perché allora tanta sofferenza? Perché qualcuno nasce e fin da quel momento la sua esistenza è vuota, privata di ogni affetto, respinta come un aborto fallito?»
disclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa di Newton Compton Editori per la copia omaggio.