Pensieri di china: Amedeo Modigliani – Joli comme un coeur

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Il protagonista di oggi è “Amedeo Modigliani – Joli comme un coeur” di Federica Chezzi e Angela Partenza, illustrato da Francesco Pavignano e pubblicato da Maria Pacini Fazzi e Fondazione Ragghianti.

Data di uscita: Gennaio

Acquistalo subito: Amedeo Modigliani – Joli comme un coeur

Editore: Maria Pacini Fazzi, Fondazione Ragghianti
Collana: ALT! Arte Libera Tutti
Autrici: Federica Chezzi, Angela Partenza
Illustrazione: Francesco Pavignano
Età: Da 7 anni
Prezzo: € 14,00 | Pagine: 48

È il 1906 e i fumi del treno a vapore invadono la banchina dei passeggeri. Amedeo si fa spazio tra la folla, pronto a entrare nel sogno di ogni artista: Parigi!
Modigliani ha portato con sé poche cose: libri, stampe di quadri famosi e un abito marrone di velluto a coste che la madre Eugenia ha confezionato per l’occasione. Inizia con questo viaggio una delle più straordinarie avventure artistiche: i volti, gli occhi e le anime di Parigi stanno per entrare nelle indimenticabili opere di Amedeo Modigliani.
I suoi ritratti cambieranno per sempre il volto dell’arte.

Il protagonista di oggi è un nuovo tassello della collana ALT! Arte Libera Tutti di Maria Pacini Fazzi e Fondazione Ragghianti, il progetto che avvicina i piccoli lettori al mondo dell’arte moderna e contemporanea e che abbiamo imparato a conoscere attraverso Jackson Pollock – Dripping Dance” dove Federica Chezzi e Angela Partenza raccontavano la complessa figura di Pollock in maniera evocativa, quasi come una fiaba capace di racchiudere l’essenza del pittore e al tempo stesso mostrarne ogni singola sfumatura.

Questa volta tocca ad Amedeo Modigliani, un volto noto del mondo dell’arte. Le sue opere sono famose in tutte il modo un po’ per la loro particolarità, un po’ per la storia che le accompagna, partendo dalla breve vita dell’artista fino all’amore per la scultura, che dovette però mettere da parte a causa della malattia che lo ha visto spegnersi prematuramente. 

Con “Amedeo Modigliani – Joli comme un coeur” questa volta seguiamo le orme di un grande artista, partendo dal grande evento destinato a cambiargli la vita: la sua partenza a Parigi nel 1906 in una città colma di nuovi stimoli, nuove ispirazioni e nuovi volti da ritrarre. Sin dall’inizio, infatti, mostra la sua passione per la letteratura e l’arte, le sue tele non sono altro che le mura che lo circondano. Da come ce lo raccontano Federica Chezzi e Angela Partenza appare come uno spirito libero, capace di assorbire qualunque informazione e tradurla attraverso il suo pennello, la sua matita e la sua inconfondibile visione del mondo.

Il Cafè Le Lapin Agile diventa il fulcro del suo operare, una sorta di base per gli artisti di Parigi alla ricerca di un luogo dove confrontarsi tra loro, ispirarsi e apprendere, raccontare la società dell’epoca attraverso opere di ogni tipo. Un quartiere come Montmartre per Modigliani rappresenta una facile occasione per poter trovare un atelier dove costruire le fondamenta della sua arte. In un anno di lavoro si rende conto di quanto gli stia offrendo la scena parigina, i suoi dipinti attirano l’attenzione degli artisti ribelli che accolgono le sue opere. È lì che acquista per la prima volta una riproduzione de “Il ragazzo con il panciotto rosso” di Cézanne, quello che diverrà a tutti gli effetti il suo portafortuna.

Paul Cézanne è una grande influenza per Modigliani, nel ritrarre il suo amico Paul Alexandre lo si vede chiaramente, il colore che in seguito userà Modigliani sarà fortemente ispirato all’opera di Cézanne, ma non solo: i soggetti, la loro anatomia, il modo di raffigurarli si ispirano all’arte africana e quella della scultura in generale, soprattutto quella delle maschere. Spesso i volti da lui raffigurati sembreranno proprio richiamare quelli delle statue antiche dai tratti divini e immortali mostrando così la sua continua evoluzione, il fatto di sapersi aggrappare a uno stimolo e farlo suo.

La sua visita al museo Trocadéro, infatti, è un’ esperienza significativa che gli permette di muovere i suoi primi passi verso la scultura, verso quelle statue che tanto lo hanno colpito e che nel trasporle riesce a dare il suo tocco, la sua visione del mondo unica, racchiusa dentro una mente creativa sempre al lavoro verso lo stimolo successivo. I suoi volti sono di una straordinaria fattura, immortalano la bellezza soffermandosi non solo sull’estetica ma andando ad indagare anche l’espressività dei suoi soggetti. 

La scultura quindi accende in lui qualcosa di nuovo e al tempo stesso lo mette di fronte ai suoi limiti, alla sua salute cagionevole che gli permette di dedicarsi quel poco che basta per allietare la sua mente, torna così a dipingere, questa volta con una nuova consapevolezza appresa durante i suoi “esperimenti”. I suoi ritratti diventano così più misteriosi e affascinanti, catturano immediatamente l’attenzione per le sue scelte peculiari, sull’espressività di chi dipinge e sul modo in cui comunica il suo pensiero artistico. Due occhi diversi non sono altro che un modo per raccontare di un uomo e il suo guardare il mondo con uno mentre con l’altro indagherà sempre più a fondo dentro se stesso.

Questo suo modo di raccontare la sua unicità raggiunge il suo apice quando incontra Jeanne Hébuterne di cui si innamorerà perdutamente, ancora una volta l’esperienza, questa volta più intima, lo porterà a ritrarre Jeanne in maniera differente, ponendo l’accento non solo sulla bellezza ma anche su ciò che si cela dietro: due occhi apparentemente vuoti non sono altro che un portale verso l’animo della sua musa ispiratrice tanto amata. 

Un’opera interattiva permette ai piccoli lettori non solo di provare a guardare il mondo come faceva lui un tempo, ma regala uno squarcio vivido sulla sua vita e sulle sue ispirazioni, rendendo a tutti gli effetti questa lettura fresca e vivace, un modo per “vivere” l’arte mettendosi anche alla prova, seguendo tappa per tappa un viaggio emozionante che ha visto nascere un meraviglioso artista.

I disegni di Francesco Pavignano sono espressivi, leggeri e quasi abbozzati, come ad esprimere la libertà che lo stesso Modigliani ricercava nella sua vita, ritraendo l’artista quasi come uno spirito curioso, come quello di chi si butta a capofitto in ogni impresa per imparare qualcosa di nuovo. Tutto questo traspare da ogni disegno, ogni descrizione grafica che accompagna questa narrazione in cui Federica Chezzi e Angela Partenza ci raccontano il breve ma meraviglioso viaggio di Amedeo Modigliani.

“Amedeo sente ancora la voce del fratello Umberto che lo insegue per casa: aveva 6 anni e i suoi fogli erano le pareti, i pavimenti, i mobili… già da piccolissimo aveva la passione per il disegno!”

 

 

 

 

 

disclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa di Fondazione Ragghianti per la copia omaggio.

 

 

 

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