BLOGTOUR: Asce, zanne, e vampiri polverosi di naghree – Intervista

 

Benvenuti lettori alla sesta tappa del blogtour dedicato alla scoperta di Asce, zanne, e vampiri polverosi un romanzo fantasy dalle sfumature umoristiche scritto da naghree. Nella tappa di oggi conosceremo l’autrice del romanzo e appronfondiremo insieme la sua storia, siete pronti?

 

Autore: naghree
Editore: Self Publishing
Genere: Fantasy
Data di uscita: 8 novembre 2019 (ebook)
Pagine: 390

L’orco ha quasi completato la sua ricerca. Un ultimo ingrediente sulla lista, la polvere di vampiro, e potrà sposare la sua Ulderica. O almeno i piani erano quelli, finché non si è fatto derubare da un ladruncolo di strada. Il piccolo drow deve racimolare abbastanza refurtiva, altrimenti il vecchio lo punirà. E liberarsi di un grosso orco tonto non è un problema. O non lo sarebbe stato, se un licantropo non si fosse impicciato. La donna-lupo ha una traccia, porta dritta al vampiro che deve uccidere. E quell’orco fa proprio al caso suo. Deve solo aiutarlo a riprendere quella sua lista del cavolo dal covo di un boss della malavita. All’ordine del giorno, insomma. Ma qualcosa non va, come se si sentisse osservata. E infatti c’è una vampireling acquattata dietro al muro. Lei ha bisogno del sangue di un vampiro per completare la trasformazione. E l’orco e la licantropa pare sappiano dove trovarlo…In un viaggio tra guaritrici che non guariscono, non-morti che muoiono, sarti armati d’ascia e mostri di cartapesta, ce la farà questa compagnia sgangherata ad arrivare a destinazione? Forse, il vero pericolo, saranno i cartelli stradali.

 

 

#Conosciamol’autrice

Naghree nasce a metà degli anni ‘80, giusto in tempo per poter decidere se uscire a giocare o se stare al computer. Trascorre l’infanzia convinta che da grande sarà paleontologa, o archeologa, o biologa, o apprendista alchimista vampiro. Col passare degli anni si convince che invece sarà fumettista, o illustratrice, o animatrice, o che farà videogiochi. La storia le dirà presto che nemmeno quella è la sua strada. La storia con la “s” minuscola. Quella che ha in testa assieme a tutte quelle altre, che ha inventato per tutta la vita. Cosa che, si rende conto, la gente normale non fa. E quindi prende la penna e, per una volta, invece che disegnare comincia a scrivere. E non smette più. Sì, è una minaccia. Purtroppo per lei, mentre cercava la strada giusta e imparava cose fighe, ha studiato grafica, illustrazione e impaginazione, tutta roba che le piace un sacco. E quindi proprio non ce la fa ad affidare una parte così divertente del lavoro a una casa editrice. Da qui la scelta folle e controproducente di investire il proprio tempo e il proprio denaro per essere un’autrice indipendente. Una scelta del cavolo, lasciatemelo dire. Del cavolo, ma divertente, c’è poco da fare.
Al momento, oltre a catturare (e tentare di mettere in ordine) idee per i nuovi romanzi, collabora come autrice e come grafico nell’associazione “Ultima Stesura”. Nel tempo libero legge, disegna, lavora il cuoio, fa la maglia e l’uncinetto, gioca ai videogiochi, segue lezioni di cose a caso, e cerca di convincere i gatti che no, davvero, quello non lo devono masticare.

 

Benvenuta naghree nella nostra Stamberga, è un vero piacere fare la tua conoscenza ed approfondire insieme il tuo romanzo!

 

  • Come è nata l’idea di Asce, zanne, e vampiri polverosi?

È uscito tutto dai personaggi, mi si sono incuneati nella testa (proprio dietro la tempia) e non mi è riuscito di levarmeli di torno. Volevano una storia, per cui gliel’ho data. Ma, per vendetta, ho fatto in modo che fosse una storia per niente epica e da cui escono come un branco di deficienti. Così imparano (no, non imparano, perché continuano a volere storie, ‘sti scemi. Affari loro)

 

 

  • C’è un episodio della storia che ti si è delineato prima degli altri?

Mi piacerebbe dire “sì”, e poi spiattellare la fine, ma sarebbe poco onesto. Nel senso che la fine l’ho decisa presto, ma non così presto. Credo che il primo episodio sia stato l’incontro tra Rune e Viktor. Subito dopo l’inizio, insomma.

 

 

  • Quando hai iniziato a scrivere avevi già deciso che si sarebbe trattato di una saga?

Diciamo che ho saputo da subito che non  sarebbe stata una storia sola. Anche se, a dirla tutta, all’inizio manco sapevo che sarebbe stato un romanzo (ero partita con l’idea di farne un fumetto, anni fa).

 

 

  • Descrivici i protagonisti della storia con tre aggettivi.

Mmhm… direi: scemi, sfigati, e casinisti.

 

 

  • Quale dei tuoi personaggi è il tuo preferito? Hai qualcosa in comune con lei/lui?

I miei personaggi preferiti non sono in questo libro, ma se devo prenderne uno che sta in “Asce, zanne, e vampiri polverosi”, allora penso sia Khatson, il “cattivo”. Con lui non ho nulla in comune, forse è per questo che mi piace. Lo trovo più interessante di quegli altri quattro scemi (con cui invece in comune temo di avere un po’ di roba).

 

 

  • Cosa ti ha spinto a scrivere un romanzo fantasy?

I personaggi. Essendo orchi, elfi, licantropi e vampiri, il fantasy ci doveva stare per forza. O forse è colpa delle letture e dei videogiochi, che bene o male mi influenzano da sempre.

 

 

  • Orchi, vampiri, licantropi…sembra che nel tuo romanzo incontreremo tante creature sovrannaturali. Quale creatura è la tua preferita? Come mai?

Gli umani. Tendono a essere molto strani, e per questo li trovo molto interessanti.

 

 

  • Se dovessi diventare una creatura sovrannaturale quale sceglieresti?

Mmhm… Beh, io sono un’orchessa (ma nascondo la pelle verde e le zanne per non spaventare gli umani), non credo che vorrei essere altro.

Perdonerete la mia svista, la lavorazione del libro mi ha fuso il cervello e sto ancora recuperando. Sapevo di conoscere un gruppo del genere ma non lo ricordavo. A questo punto direi che una qualsiasi canzone dei Nanowar funziona a dovere.

 

 

  • Quale dei tuoi personaggi credi sia il più particolare?

Viktor, almeno dal punto di vista degli umani. Per qualche strano motivo, tendono a non capire la sua logica ineccepibile.

 

 

  • Descrivici brevemente dove è ambientata la tua storia.

È un mondo per certi versi simile al nostro rinascimento (per altri, molto diverso), tra l’antico e il moderno, tra le scoperte e le superstizioni, tra l’apertura del nuovo e la chiusura dell’abitudine. Ci sono razze e creature fantastiche, ma non c’è la magia, almeno non come la intendiamo di solito.

 

 

  • Quali difficoltà hai incontrato nella stesura del tuo romanzo?

La difficoltà maggiore? Tenere i gatti lontani dalla tastiera. A parte quello… Beh, il tutto è partito dall’idea di scrivere un fantasy tutt’altro che epico, senza grandi battaglie e senza eroi. Tentare di rendere il tutto vagamente interessante è stato abbastanza difficile, e ancora non so se mi sia riuscito.

 

 

  • Se dovessi associare una canzone alla tua storia quale sceglieresti?

Non sono brava in queste cose. La sinestesia non fa per me (al massimo fa per Rune sotto allucinogeni) e ascolto meno musica delle persone normali. Sono sicura che esista qualche gruppo che fa epic metal con testi per niente epic e pure un po’ scemi. Se qualcuno ne conosce, fatemi sapere che magari troviamo una canzone adatta.

 

 

  • Ci consiglieresti 3 romanzi fantasy?

Eh, direi che dipende dal lettore e da cosa cerca. Ma se devo andare a gusto mio direi: “Tartarughe divine” (“Small gods” in originale) di Terry Pratchett (ma penso che un qualsiasi libro suo vada bene). Poi “NPCs” di Drew Hayes (non credo sia mai stato tradotto) e “Ash” di Malinda Lo (anche questo mai tradotto, sorry). Ce ne sarebbero altri, ovviamente, ma questi li ho letti (o riletti) di recente e sono abbastanza vicini a me e a quello che cerco di fare.

 

 

  • Cosa significa per te scrivere?

È un mezzo per tirare fuori le storie che ho in testa. Questo mi piace più di altri e l’ho studiato di più, ma alla fine per me lo scopo finale è raccontare storie meglio che posso, non schiacciare tasti sulla tastiera (anche se devo dire che il click dei tasti dà una certa soddisfazione).

 

 

  • Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

A parte scrivere gli altri libri della serie? La traduzione in inglese. Mi richiede quasi lo stesso tempo della stesura, ma purtroppo il mercato italiano è molto piccolo, soprattutto quando sei un autore indipendente di fantasy “tutt’altro che epico”, e penso che valga la pena di fare questa fatica.

 

 

Grazie per il tempo che ci hai dedicato, è stato un vero piacere conoscerti!

 

Non perdetevi nessuna tappa!

 

 

 

 

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