Inku Stories #63: Kappa at work di Imiri Sakabashira (Star Comics)

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Tra le uscite di Edizioni Star Comics come dimenticare “Kappa at work” di Imiri Sakabashira, un tassello Umami surreale e al tempo stesso grottesco che mi ha fatto apprezzare lo stile di Sakabashira.

Data di uscita: 23 Settembre

Acquistalo subito: Kappa at work

Editore: Edizioni Star Comics
Collana: Umami
Genere: Manga
Traduzione: Andrea Maniscalco

Pagine: 216
Prezzo: € 15,00

In una bizzarra città in cui si mescolano influenze russe, mediorientali ed europee, la giovane Anne è alla ricerca di un lavoro e un bel giorno, finalmente, lo trova: farà la cuoca in un sottomarino di kappa pirati! Dal momento in cui si imbarca sul Takobune, ha dunque inizio per lei un viaggio indimenticabile fra paesaggi allucinanti, combattimenti contro esseri spaventosi, incontri con soggetti indecifrabili ed esperienze folli, in un crescendo di ammaliante surrealismo. Un nuovo, imperdibile viaggio nel mondo onirico e surreale del maestro Sakabashira!

A volte succede così, all’improvviso, finisco per smarrirmi dentro un’opera ricca di significato e dallo stile inconfondibile. Nel suo miscuglio di influenze, scenari e personaggi surreali, Imiri Sakabashira, racconta la storia del genere umano con uno sguardo critico e un tratto marcato, un po’ grottesco e al tempo stesso psichedelico. Ricorda quasi i sogni, i deliri della mente nel momento in cui il nostro io conscio lascia il posto alla fantasia pura, senza dimenticare però la crudezza della realtà, data dal forte contrasto tra il bianco e il nero, due masse di colore che lottano per il dominio della pagina.

Le forme di questi disegni contrappongono scenari disegnati e riprodotti nei minimi dettagli, che fanno spesso riferimento alla realtà, mentre le figure umane quasi trascendono la loro forma, diventando quasi stilizzate e inquietanti, però il tutto funziona, questo miscuglio di scenari differenti in cui l’Oriente e l’Occidente si incontrano crea un mondo a se stante, a suo modo completo ma al tempo stesso è talmente tanto omogeneo da rendere immediatamente identificabili le origini di ogni elemento.

Il nostro viaggio comincia con dipinti a colori dai colori sgargianti, psichedelici, che mostrano un forte contrasto fra il mondo antico e quello moderno, macchine e automobili si mescolano a creature mitologiche giapponesi, a scenari tipici dell’Oriente e città tipicamente occidentali, quasi metropoli, in una dimensione parallela che ingloba il tutto in un’unica realtà.

La suggestività di una forte influenza di diverse culture viene vissuta attraverso Anne, la protagonista del racconto di Sakabashira, che sbarcata in una nuova città spera di trovare lavoro, affermarsi e sfiorare con mano quei piccoli piaceri che la vita concede, piccoli quanto bastano per assaporare un po’ di felicità, ma è sulla strada per un colloquio di lavoro che la storia prende una piega surreale, la giovane Anne si ritrova a diventare la cuoca del Takobune, uno strano sottomarino di kappa pirata.

La fervida immaginazione del mangaka trasforma ogni cosa filtrandola attraverso i suoi occhi, ogni creatura diventa grottesca e prende quasi la forma di una macchia d’inchiostro, sembra quasi di poter vedere le gambe del lungo ponte muoversi, come se stesse camminando, trasformando una tavola in qualcosa di animato anche se non lo è. Attraverso la sua percezione ogni cosa diventa quasi una critica al nostro mondo, tramutata in satira ma allo stesso tempo trattata come se fosse totalmente normale nel suo mondo.

È qui che Anne riparte da zero, diventa un membro importante della ciurma e con questa si spinge laddove non avrebbe mai immaginato, imparando anche qualcosa in più sui suoi nuovi compagni di viaggio. La storia dei kappa non è altro che la storia del genere umano che Sakabashira ripercorre tappa dopo tappa, accentuando nel suo racconto non solo l’evoluzione ma anche i danni che ha causato l’uomo, ogni singola bizzarria e ciò che questo ha significato per l’ambiente stesso. 

Spesso si possono trovare riferimenti all’assurdo mondo televisivo giapponese, esagerato sotto ogni punto di vista ed ironico allo stesso tempo, trasformando il tutto in un immaginario dove queste anomalie comiche diventano la normalità. I kappa diventano la cornice per raccontare di un mondo totalmente stravolto che però richiama quello reale, una follia che trasforma le colline in esseri umani e le autostrade in lunghe serpentine piene di curve, dove ogni dettaglio del panorama ricorda strane figure antropomorfe.

Leggere Sakabashira significa imbarcarsi per un lungo viaggio all’interno di un mondo folle, popolato da demoni, kappa e strane figure umanoidi che in realtà non sono altro che una piccola parte della fantasia di un grande autore.

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⚜ Reazione post lettura:
Sono curiosa di leggere “The Box Man”

⚜ Pagine lette: 216
⚜ Da consumarsi preferibilmente: Subito… con una buona tazza di caffè.

 

 

 

 

 

disclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa di Star Comics per la copia omaggio.

 

 

May the Force be with you!
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