La donna del ritratto di Kate Morton | Recensione di Deborah

 

«Ci eravamo trasferiti a Birchwood Manor perché, a detta di Edward, era infestata dagli spettri. Non era vero, non ancora, ma solo gli sciocchi permettono alla verità di guastare una bella storia, e Edward era tutt’altro che sciocco. La sua pressione, la fede cieca nelle sue convinzioni, era uno dei motivi per cui mi ero innamorata di lui. Aveva il fervore di un predicatore: qualunque opinione esprimesse diventava una verità assoluta. Attirava le persone come una calamita, accendendo in loro entusiasmi che non sapevano nemmeno di possedere e facendo sbiadire tutto sullo sfondo, tranne lui e le sue certezze. Ma Edward non era un predicatore. Mi ricordo di lui. Mi ricordo ogni cosa.»

 

Editore: Sperling&Kupfer
Data di uscita: 30 ottobre 2018
Pagine: 478
Prezzo: 19.90 €
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Nell’estate del 1862, un gruppo di giovani artisti si riunisce a Birchwood Manor, una grande casa nella campagna dell’Oxfordshire, quasi protetta dentro un’ansa del Tamigi. A guidare il gruppo è Edward Radcliffe, il più appassionato e promettente di loro, un ragazzo di vent’anni, che non conosce limiti. A lui è venuta l’idea di immergersi nella natura per i successivi trenta giorni, lontano dai condizionamenti di Londra e dalla sua formalissima society, per dare libero sfogo alla creatività. E invece, alla fine di quel mese, la tragedia ha stravolto le loro esistenze: una donna è stata uccisa, un’altra è sparita nel nulla e un prezioso gioiello è scomparso. Più di centocinquanta anni dopo, Elodie Winslow, una giovane archivista di Londra, scopre per caso una borsa di cuoio nella quale si trovano due oggetti che la colpiscono profondamente: la fotografia sbiadita di una bellissima giovane donna in abiti vittoriani e l’album da disegno di un artista. Nel quale spicca lo schizzo di una grande casa protetta dall’ansa di un fiume, che a Elodie pare stranamente famigliare. Quali segreti nasconde Birchwood Manor? Chi è la ragazza? Per scoprirlo, Elodie dovrà seguire una voce fuori dal tempo, dimenticata dalla storia eppure testimone di tutto: Birdie Bell, la donna del ritratto.

 

Iniziamo la settimana con la scoperta di un mistero, un intrigo vissuto nel silenzio per più di 150 anni, una storia sepolta sotto una coltre di polvere e persa nei meandri del tempo, dimenticata da molti ma in attesa di essere riportata alla luce. Faremo un tuffo tra passato e presente, viaggeremo con La donna del ritratto dall’Inghilterra di metà 800 fino alla moderna Londra dei giorni nostri. Siete pronti per partire? Prima però, per diventare autentici british, rifocilliamoci con un ottimo tea e dei buonissimi scones!

 

«Guardandola mentre tornava a osservare la casa, qualcosa nei raggi del sole, che filtrando dalle foglie dell’acero scendevano a illuminarla, gli spalancò il cuore con un moto quasi doloroso, e lui si rese conto che per paradosso era proprio l’assenza di significato della vita a rendere tutto così bello, raro e miracoloso. Che a dispetto – no, a causa – della sua barbarie, la guerra aveva messo in risalto ogni colore. Che senza le tenebre non si possono vedere le stelle. Avrebbe voluto dirle tutto questo, male parole gli restarono in gola, e riuscì soltanto a salutarla con un cenno della mano, un gesto sciocco perché lei, girata dall’altra parte, non poteva vederlo. Leonard rientrò e dalla finestra della cucina la guardò prendere la sua borsa e poi, con un ultimo, irresistibile sorriso alla casa, sparire nella foschia del tramonto. Non sapeva chi fosse. Non l’avrebbe rivista mai più.»

 

Dopo il nostro break siamo pronti per un tuffo nel passato, approdiamo in Inghilterra e iniziamo a conoscere la storia di Birdie Bell, che ci narra della sua infanzia e di come sia diventata musa, amante ed unico vero amore di un promettente pittore dell’epoca, Edward Radcliffe.
Birdie è figlia di un orologiaio, la madre di nobili origini è morta prematuramente gettando nello sconforto e nei vizi il marito. Birdie, appena adolescente, viene affidata ad una donna di Covent Garden, con la promessa di poter raggiungere il padre in America non appena si fosse sistemato, promessa che purtroppo non verrà mantenuta. La piccola viene presto istruita all’azione, negli anni diventa la punta di diamante dell’organizzazione della donna, una borseggiatrice perfetta! Birdie ci racconta in prima persona cosa le viene insegnato fare per sopravvivere, aiutata per un breve periodo dall’amica Lily Millington, dalla quale prenderà il nome in suo ricordo, e da un gruppo colorato ed assortito di piccoli malfattori. Kate Morton ci racconta di una Londra fatta di ladies e gentlemen, ci mostra i quartieri alti, lo sfarzo e la magia dell’epoca ma contemporaneamente ci trascina nei bassifondi scossi dalle urla, dal sangue, dagli orrori e dalla puzza, abitati dai delinquenti. La protagonista appartiene ad entrambi i mondi: si finge una nobile ragazza per bene, per poi ritornare alla sera con il suo bottino ad essere una ladra. Questo fino a che la sua strada non si scontra con quella di Edward Radcliffe, un giovane pittore promettente proveniente da una famiglia facoltosa, promesso sposo di una fanciulla ancor più ricca di lui.
Lo scontro tra Edward e Lily (Birdie) li condurrà di li a poco tempo nella casa di campagna del giovane a Birchwood Manor, in una grande casa isolata nell’Oxfordshire.

 

«A quel punto aveva trattenuto il respiro: il ricordo le faceva formicolare la pelle. Sapeva esattamente di quale casa parlava. La Notte dell’Inseguimento era diventata leggendaria per loro. Lucy aveva soltanto cinque anni quando era successo, ma il ricordo le era rimasto scalpito nella memoria. Non avrebbe mai dimenticato l’espressione capelli scompigliati e gli occhi sbarrati. Ci era voluto un intero giorno prima che riuscisse a parlarne, ma alla fine gliel’aveva raccontato, chiusi nel vecchio armadio nella mansarda di Beechworth. Lucy era l’unica persona alla quale Edward aveva confidato quella storia. Le aveva affidato il suo più grande segreto, che era diventato il sigillo del loro legame.»

 

Corre l’estate del 1862, Edward, la sua sorellina, Lily ed una manciata tra suoi amici pittori con le rispettive modelle si recano a Birchwood Manor, nella granda casa di campagnia circondata dalla natura e protetta da un’ansa del Tamigi. Il gruppo di artisti evade, fugge dalla caotica Londra per dipingere a contatto con la natura e la luce, dando libero sfogo alla creatività ingabbiata dalla formale e inquisitrice società in cui erano costantemente immersi. I ragazzi trascorrono insieme giornate piacevoli e tranquille che dedicano alla propria arte; Edward e Lily sono inseparabili, il ragazzo sta lavorando ad un’opera meravigliosa, connessa con una profonda esperienza avvenuta quando era ragazzino proprio in quella stessa proprietà. La casa e le atmosfere acquistano sfumature magiche e surreali, la tenuta di Radcliffe sembra essere un rifugio segreto in un mondo fantastico, protetto dalla natura e la magia che respingono i fumi malsani della realtà. Trovo che l’ambiente creato dall’autrice sia davvero suggestivo e pittoresco, mentre leggevo è montato in me il forte desiderio di visitare e respirare quell’aria di magia e di libertà. Purtroppo però la cruda realtà una sera è arrivata a bussare alla porta di Birchwood Manor, creudele e spietata ha infranto il sogno idilliaco, portando con sé un denso strascico rosso.

 

Jack è tornato, ed è meglio così. Gli scheletri del passato sono seducenti, e io rischio di rimuginarci tutta la notte. Oh, ricordo bene l’amore. Sono passate ore da quando, reso irrequieto dalla malinconia, Jack era uscito con la sua macchina fotografica. Ora è sceso il buio e siamo circondati dai suoni misteriosi della notte. Appena rientrato nella malteria, lui ha collegato la macchina fotografica al computer e sullo schermo hanno cominciato a scorrere le immagini.  Io le ho osservate una per una. Oggi Jack si è dato un gran da fare. C’erano nuovi scatti del cimitero, della chiesetta, del bosco, della radura, del crocicchio del villaggio, poi una serie di dettagli di oggetti non meglio identificati, che ne mostravano soltanto le superfici e i colori. Curioso: nelle sue foto il fiume non si vede mai.

 

Non voglio entrare nel mistero di Birchwood Manor in modo approfondito perché è un qualcosa da scoprire e assaporare pagina per pagina, comunque quella lontana notte del 1862 si è conclusa con una tragedia, con la sparizione di Lily e di una pietra preziosa, l’inestimabile zaffiro Blu Radcliffe.
L’intera vicenda del passato viene ricostruita dal racconto di Birdie: dal presente lo spirito della giovane intrappolato nella tenuta riporta a galla la verità, ripercorrendo gli ultimi centocinquntanni anche grazie all’aiuto degli ospiti succedutisi nella tenuta dei Radcliffe.
Conosceremo Ada, una vivace ragazzina inglese figlia dell’India, assisteremo al suo trapianto forzato nel vecchio continente, più precisamente nella tenuta trasformata dalla sorella di Edward, Lucy, in una scuola per bambine, che purtroppo andrà incontro ad un breve e tragico destino.
Aiuteremo uno studioso appassionato della vicenda a gettare luce sulla vita di Edward, per chiarire i misteri che ancora ruotano attorno al fatto che sconvolse le vite degli artisti.
Abiteremo la vecchia tenuta Radcliffe con una famiglia unita ma divisa dalla Grande Guerra, dopo la morte del padre, la madre e i suoi tre figli si recarono a Birchwood Manor per ricominciare, per un periodo vissero nella vecchia casa e il più piccolo dei bimbi strinse una profonda amicizia con lo spirito di Birdie.
La verità viene infine inseguita da Elodie, una giovane che durante il lavoro di archiviazione riporta alla luce un reperto non catalogato: si tratta di una vecchia tracolla di ottima fattura, contenente alcuni oggietti personali tra cui la fotografia di una bellissima donna di epoca vittoriana e un album da disegno. Affascinata dalla donna della foto e dai disegni dell’artista Elodie si sente misteriosamente connessa a quella vicenda fumosa, tra i bozzetti ne spicca uno della tenuta e la giovane riconosce in quel disegno il luogo magico narrato da sua madre tanti anni prima. Elodie è intenzionata ad andare fino in fondo, si rivelerà l’anello mancante, la chiave per riportare luce su una verità dimenticata dal tempo.

 

Il Blu Radcliffe. Adesso ricordava. Era lei a indossarlo. Era tornata a casa in preda alla rabbia per essere stata esclusa dalla fotografia, e mentre rovistava nella stanza in cui lavorava Edward si era imbattuta nel diamante. Fin da giorno in cui erano andate insieme al villaggio, Lucy si era ritrovata spesso a pensare a Lily Millington, a guardarla attraverso gli occhi di Edward, sognando di diventare come lei. E con quella collana in mano, aveva trovato il modo di sentire, solo per un istante, cosa si provasse a essere lei.

 

Sono davvero entusiasta di aver conosciuto lo stile di scrittura di Kate Morton, mi ha coinvolta, appassionata ed emozionata. L’autrice ha saputo perfettamente tendere i fili di una storia molto complessa, un racconto che si snoda continuamente tra presente e passato, un passato costituito da diverse epoche e vissuto da personaggi differenti, tutti misteriosamente accomunati da qualcosa o da qualcuno. Solitamente non sono molto entusiasta dei continui cambi temporali, specialmente se accompagnati da panoramiche su personaggi diversi, trovo sia una tecnica che genera confusione nel lettore e causa cali di attenzione. Questo fattore non è assolutamente sceso in campo grazie alla narrazione della Morton, anzi, la storia esposta in questo modo mi ha intrigata sempre di più, invogliandomi a continuare pagina dopo pagina, fino ad arrivare a capire la soluzione finale. Un mistero che si è rivelato davvero super intricato!
La donna del ritratto si è rivelato un romanzo coinvolgente, una narrazione dal ritmo incalzante, una storia capace di riportare a galla una vicenda complessa che mette in contatto presente e passato.

 

 

 

 

 

Desclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa di Sperling&Kupfer per la copia omaggio

 

May the Force be with you!
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