#proiettilidicarta: Il delitto di Saccargia di Gavino Zucca

Instagram: @brivididicarta | @lastambergadinchiostro

Torna in libreria oggi Gavino Zucca con Il delitto di Saccargia, una nuova indagine del tenente Roversi, sempre edito da Newton Compton.

Data di uscita: 20 Giugno

Acquistalo subito: Il delitto di Saccargia

Editore: Newton Compton Editori
Collana: Nuova narrativa Newton
Genere: Giallo

Prezzo: € 2,99 | € 9,90
Pagine: 352

Sembra a prima vista un banale incidente ad avere provocato la morte di Salvatore Mazzoni, ma un particolare insospettisce i carabinieri: a una cinquantina di metri dalla vittima viene trovato anche il corpo del suo cavallo, deceduto per un colpo di pistola alla testa. Il tenente Roversi, che sperava di ottenere un permesso per andare a Bologna, viene invece inviato sul luogo per sostituire il comandante, vittima di un infortunio. Salvatore Mazzoni era un rappresentante di commercio e noto dongiovanni locale, con la passione per i lavori di intaglio sul legno e la pessima abitudine di rappresentare, nelle sue opere, in modo sibillino e ambiguo, le sue conquiste. Alcune piccole stranezze, e soprattutto la scoperta di una testa di gallo mozzata nei terreni di Mazzoni, inducono Roversi a non chiudere subito il caso. Il tenente è convinto che nelle statuette di Mazzoni si trovino delle indicazioni per far luce sulla sua morte e che seguendo una di quelle piste riuscirà a risolvere il mistero…

Anche quest’anno sotto l’ombrellone porterò con me letture come questa, romanzi del genere che più amo e che nella calda stagione riescono a tenermi ancorata al mistero e alle indagini, un mix di cui non riesco fare a meno. Era l’estate dell’anno scorso infatti quando vi parlavo de “Il giallo di Montelepre” e oggi, a un passo dalla bella stagione, Gavino Zucca torna ad essere protagonista qui alla stamberga con una nuova indagine per il suo tenente Roversi, “Il delitto di Saccargia”, edito da Newton Compton

Ai piedi della basilica della Santissima Trinità di Saccargia, a Codrongianos, in Sardegna, la quiete viene interrotta quando Naitana ritrova il cadavere di Salvatore Mazzoni e se non fosse per un scomodo e raccapriccianti dettaglio, ovvero il suo cavallo giustiziato poco più avanti, probabilmente l’unica ipotesi che verrebbe in mente è che Mazzoni sia stato vittima di un terribile incidente, ma se così fosse chi ha messo fine alla sofferenze del puledro? Questa è una domanda che tormenterà l’appuntato Eugenio Fabbri quando comincerà al lavorare sul caso, portando scompiglio nelle vite dei suoi uomini che ormai respirano l’aria magica del natale, un periodo da trascorrere con i più cari. 

È dicembre del 1961 e tutto va male. La testimonianza di Naitana, i due corpi, la stessa ricostruzione del caso, ci sono molti dettagli che sfuggono ad Eugenio Fabbri, il grinch della situazione, che viene affiancato al tenente Roversi, un’altra vittima mietuta dal crimine. Roversi sperava di riuscire ad ottenere un permesso per andare a Bologna ed aiutare così una sua amica e invece viene inviato ad indagare sul curioso caso di Mazzoni per trovare una spiegazione logica che porti all’assassino o che confermi l’ipotesi di incidente.

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Salvatore Mazzoni non era un santo, la sua reputazione di dongiovanni era risaputa, così come il suo curioso hobby di intagliare il legno con la sua leppa, dimenticando così tutto il resto, quando intagliava esistevano soltanto lui e il legno, lo stesso che diviene una traccia vivida in una strada dove la nebbia è fitta e non si riesce a intravedere nulla, neanche la soluzione al caso. Così come la testa di gallo mozzata trovata vicino a casa di Mazzoni è un’altra delle briciole che il tenente Roversi è disposto a seguire per risolvere il caso. La soluzione però non è mai vicina, quando Roversi crede di averla a portata di mano scivola via come una saponetta. 

Tra luci ed ombre Gavino Zucca ancora una volta si dimostra abile nel costruire un caso intrigante che come un rompicapo va risolto indizio dopo indizio e senza fretta, gustandosi lo sviluppo di un’indagine del passato dal retrogusto malinconico e ambientata in territorio sardo che trovo suggestiva come scelta, così come lo è servirsi del dialetto, elementi che arricchiscono il romanzo dando quella spinta che sprona chi legge a volersi cimentare nei panni del tenente per scoprire la verità di un caso che riesce ad esplodere in tutta la sua potenza narrativa.

“Il delitto di Saccargia” è quel lupo vestito da agnello che continua a mimetizzarsi nel gregge, quella figura che può solo scovare una mente arguta e uno sguardo attento, due dei tanti elementi che rendono il tenente Roversi l’uomo giusto per questo caso, un personaggio che riesce a bucare la carta, trascinando il lettore in un buon classico senza tempo, un giallo che riesce a centrare il suo bersaglio al primo colpo.

«Quando l’occhio cadeva sulle figure scolpite nei capitelli, poste quasi a guardia dell’ingresso, Naitana non poteva evitare di pensare anche alle paure che avevano popolato la fantasia di quelle stesse persone. Paure fatte di demoni e mostri alati, presenze terrificanti di cui erano pieni anche i racconti della sua infanzia.»

 

 

 

 

 

disclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa di Newton Compton Editori per la copia omaggio.

 

May the Force be with you!
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