Review: La squillo e il delitto di Lambrate di Dario Crapanzano

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E ora finalmente è arrivato il momento di dire la mia sul romanzo di Dario Crapanzano,La squillo e il delitto di Lambrate“, pubblicato da SEM Libri.

Pagine: 186

Acquistalo subito: La squillo e il delitto di Lambrate

Editore: SEM Libri
Genere: Giallo

Data di uscita: 18 Gennaio
Prezzo: € 15,00

Milano, 1951. Margherita, una bella ragazza poco più che ventenne, è una ‘squillo’ di alto bordo in una casa d’appuntamenti milanese. Un giorno viene a sapere che un’amica d’infanzia è accusata dell’omicidio del suo fidanzato, il capo di una banda della ligera – così era detta la malavita milanese – di Lambrate. Incredula, Margherita è certa della sua innocenza e si improvvisa detective per scoprire il vero colpevole e togliere così dalla galera l’amica del cuore. Rubando il tempo all’esercizio della professione, che svolge con fantasia e notevole successo, la ragazza si imbarca in una personale e solitaria indagine clandestina, senza poter usufruire dei mezzi e dell’autorevolezza delle forze dell’ordine. Contando dunque solo sulla sua intelligenza e un naturale intuito investigativo, passo dopo passo, fra mille difficoltà, Margherita imbocca la strada giusta e scopre alla fine il vero assassino, che consegna su un piatto d’argento alla polizia. In questo romanzo il lettore incontra personaggi davvero memorabili: accanto alla bella Margherita c’è l’astuta contessa che gestisce la casa d’appuntamenti di via Monte Rosa dove la nostra protagonista esercita la professione e i suoi altolocati clienti; ma anche Leonardo, il capo della banda della ligera di Porta Venezia, e poi una bellissima, giovane donna, sosia dell’attrice Silvana Mangano, pericolosamente attratta da chi lambisce la ‘cattiva strada’…

Se c’è una cosa che hanno in comune le mie letture, oltre il genere giallo, è la nazione, infatti gli autori che mi tengono compagnia in questo periodo sono per lo più italiani, alcuni che già conoscevo e altri che invece si sono rivelati una sorpresa.

Source: Pinterest

Questa volta non è da meno, l’autore protagonista di questo review tour è un volto noto, ma è la prima volta che leggo qualcosa di suo e quale miglior modo per cominciare se non con una sua nuova serie, quella che vede Margherita Grande protagonista.

Se c’è una cosa che ho apprezzato, oltre la storia, è l’ambientazione. Ci troviamo a Milano, negli anni ’50, una città ben lontana dall’immagine odierna. Come vi ho raccontato questa mattina negli anni 50 la città si era appena lasciata alle spalle la guerra, era un momento delicato per i suoi abitanti che pur di sopravvivere talvolta erano costretti a svolgere lavori che mai avrebbero creduto di dover fare.

La Milano di Dario Crapanzano è una città che si sta rialzando dopo tutto ciò che l’ha devastata durante la guerra e lo dimostra il fatto che poco a poco le macerie spariscono dalle strade e lasciano il posto a nuove opportunità. Questo era il periodo in cui era importante dimostrare di saper fare bene un mestiere per poter andare avanti, non bastava dunque sognarlo, per sopravvivere bisognava sudarsi ogni lira e neanche così si riusciva ad arrivare a fine settimana.  

“La vita, così generosa in quanto a doni di natura, non le aveva però riservato solo rose e fiori: nata in una famiglia di modesti lavoratori, a soli tredici anni aveva perso il padre Amintore, travolto da uno sconosciuto mentre si recava al lavoro in bicicletta. In piena guerra, tra disgrazie familiari e bombardamenti, Rita riuscì per miracolo a terminare le scuole Commerciali, dove, da brava e coscienziosa studentessa, si diplomò con il massimo dei voti.”
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A calcare le scene c’è Margherita Grande, Rita per tutti quanti, una giovane donna che cerca di aiutare la sua famiglia come meglio può, ma il suo lavoro come cameriera alla Trattoria del Sole non basta ed è per questo motivo che quando Giulia Vergani la introduce nel suo mondo di segreti celati dietro a un velo le pare quasi surreale. Ciò nonostante lavorare nella casa di appuntamenti ha i suoi vantaggi ed il motivo che la spinge ad accettare.    

Rita ha tutto ciò che serve per affascinare un uomo e di questo ne è consapevole, ma dietro il fascino di una bella donna si nasconde anche un cervello, il suo viene nutrito dai libri che continua a leggere e rileggere. Quello che sembrava un lavoro impossibile diventa un impiego che porta soddisfazioni, non solo riesce a respirare un po’ di più, ma a concedersi lussi che prima non avrebbe mai immaginato di potersi concedere.

Ed è qui che Milano si anima, attraverso i viaggi che compie la protagonista e che la spingono a spostarsi da una parte all’altra, permettendo al lettore di godere della bella vista dal fascino retrò e che allo stesso tempo racconta una storia di forza, quella di chi ancora sta cercando di rialzarsi.

“Di fronte a un tale scenario, la polizia non aveva avuto dubbi su chi scaricare la responsabilità dell’omicidio: quale più sicuro colpevole di una donna trovata con in mano un coltello grondante sangue accanto al cadavere dell’assassinato?”

La vita di Rita cambia drasticamente quando le giunge voce che una sua cara amica, Ines, è stata accusata dell’omicidio del fidanzato, Valerio Bongiovanni ed è allora che la squillo diventa a tutti gli effetti una detective audace. Lei è sicura che la sua amica sia innocente ed è disposta a tutto per dimostrarlo, anche se significa sfiorare il pericolo e dover toccare nervi scoperti.

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Lo sfondo storico, oltre a permetterci di imparare qualcosa in più su Milano e l’atmosfera che si respirava in quegli anni, mette in luce un altro importante aspetto, il modo in cui le forze dell’ordine svolgono le indagini.

Nel caso di Ines la sentenza era già stata emessa prima ancora di riuscire ad avere altre prove, senza darle il beneficio del dubbio o permetterle di difendersi in qualche modo ed è per questo motivo che trovo geniale l’idea che Rita abbia cercato in tutti i modi di risolvere l’irrisolvibile, dando a un caso una prospettiva diversa, vista con gli occhi di una donna come tante, ma che è nel suo essere perspicace che si distingue dalla massa.

Non è soltanto ben riuscita la scelta di una donna fuori dal comune per il suo mestiere ma anche l’indagine che si ritrova a seguire perché si snoda in maniera omogenea lungo tutto l’arco narrativo del libro, prendendo il lettore dalla prima all’ultima pagina con uno stile di scrittura sciolto, accurato e descrittivo. Altro punto a suo favore è che nella sua inesperienza Rita si rivela essere invece capace di affrontare ogni situazione seguendo il proprio istinto e mettendosi in gioco per riuscire a portare a termine ogni suo obiettivo. La salvezza della sua amica per lei è più importante di tutto il resto, è qualcosa da proteggere ad ogni costo, anche se questo vuol dire scendere in campo in prima linea nella sua difesa.

Margherita è una donna fuori dal comune e non per il lavoro che fa, ma per la forza che dimostra nei suoi gesti, è una che impara in fretta e sulla propria pelle e questo significa che una volta acquisita una nozione è capace di trasformarla in un’arma a doppio taglio che non lascia via di scampo a nessuno.

La squillo e il delitto di Lambrate è un tuffo nel passato che ci permette di vivere un’indagine unica nel suo genere in un’epoca in cui le donne non avevano voce in capitolo.

“Margherita Grande, detta Rita, i fallimenti proprio non li sopportava.”

Non perdetevi tutte le tappe del blogtour!

 

 

 

May the Force be with you!
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