Tutto il cielo che serve di Franco Faggiani | Recensione di Deborah

Franco Faggiani vive a Milano e fa il giornalista. Ha lavorato come reporter nelle aree più calde del mondo e ha scritto manuali sportivi, guide, biografie, ma da sempre alterna alla scrittura lunghe e solitarie esplorazioni in montagna. Con La manutenzione dei sensi (Fazi Editore, 2018), vincitore del Premio Parco Majella 2018, del Premio Letterario Città delle Fiaccole 2018 e del Be Kind Award 2019, si è fatto conoscere e amare da moltissimi lettori. Con Il guardiano della collina dei ciliegi (Fazi Editore, 2019), ha vinto il Premio Biblioteche di Roma 2019 e il Premio Selezione Bancarella 2020. Tutti i suoi libri (questo è in via di traduzione) sono stati pubblicati nei Paesi Bassi ottenendo un grande successo di critica e di pubblico.

 

Avevo tutto lo spazio immenso davanti e provai una piacevole vertigine. I
fondivalle erano ormai nell’oscurità ma intorno a me il sole riverberava
ancora sui ghiacciai, l’aria era tersa e c’era tutto il cielo che serve per essere
felici.

 

Editore: Fazi Editore
Data di uscita: 21 ottobre 2021
Pagine: 280
Prezzo: 18.00 €

Nell’agosto del 2016, Francesca Capodiferro, giovane geologa e capo squadra dei Vigili del Fuoco di Roma, si trova per lavoro sui Monti della Laga, al confine tra Lazio, Marche e Abruzzo. La sera del 24, con i suoi due cani da ricerca, decide di accamparsi sulla montagna sopra Amatrice ma proprio quella notte violente scosse di terremoto distruggono il paese e tutte le frazioni limitrofe. Francesca sarà tra i primi ad arrivare sul luogo e a organizzare i primi soccorsi, inizialmente con mezzi di fortuna, poi aiutata dagli uomini della sua squadra. Con loro ha sempre avuto rapporti difficili, quasi conflittuali: i “suoi” Vigili del fuoco le obbediscono ma non la amano e questo spesso le causa problemi anche durante le operazioni di emergenza. Dopo incontri inaspettati, allontanamenti e ricongiungimenti, arrivano i rinforzi e Francesca, provata emotivamente dalla tragedia e dai contrasti sorti con i colleghi, decide di partire da sola alla ricerca dei dispersi e delle persone rimaste bloccate nelle vallate circostanti, frugando nei casolari, nelle grotte e nei rifugi offerti dai boschi, dove la gente si è nascosta per la paura. Sarà un viaggio difficile il suo, nel dolore e nella bellezza della natura, a volte così violenta e indifferente alle vicende umane. Ma sarà anche un viaggio necessario per scoprire, dentro di sé, le ragioni della propria missione e riconciliarsi finalmente con la vita, i suoi uomini, il suo lavoro.

 

L’autunno sta entrando nel vivo, mentre questa stagione esplode con i suoi avvolgenti colori io desidero ogni giorno di più fare ritorno tra le mie amate montagne, un luogo del cuore dal quale purtroppo manco per me da troppo tempo. Tutto il cielo che serve, il nuovo romanzo di Franco Faggiani, è riuscito a trasportarmi in luoghi meravigliosi che vorrei tanto visitare prima o poi, le pittoresche ambientazioni degli Appennini hanno mitigato un pochino la mia immensa voglia di montagna.

Da quando ho scoperto Franco Faggiani con La manutenzione dei sensi, non perdo mai un suo romanzo, è un autore che dà vita a romanzi sui quali mi tuffo senza indugio e sono convinta a priori che non resterò sicuramente delusa, questo ultimo lavoro ha ulteriormente confermato la mia tesi.

 

Magari all’inizio non sarà facile, ma poi scoprirai che fare un
lavoro in cui lo scopo è aiutare gli altri è appagante, ti carica di energia
positiva, riesci a stare bene anche se sei da sola, puoi vivere la tua vita non
so se nel modo giusto, ma sicuramente nel modo migliore, con un obiettivo
vero.

 

Devo fare una piccola confessione, a prima vista la trama di Tutto il cielo che serve mi aveva subito incuriosita, ero ancora convinta di non volermi lasciare sfuggire nessun romanzo di Franco Faggiani ma si era insinuato in me un piccolo dubbio: temevo che il nuovo romanzo toccando tematiche così sensibili si sarebbe rivelato troppo cupo e doloroso. Ottobre 2021 è un mese per me un po’ particolare nel quale sento di aver bisogno di svago, leggerezza e serenità, parlando sempre a livello strettamente personale e tenendo conto di queste considerazioni avevo paura che Tutto il cielo che serve non si sarebbe rivelata la lettura giusta al momento giusto. Non avrei mai voluto rovinarmi il piacere di una lettura di Franco Faggiani, per questo ho avuto un piccolo tentennamento all’inizio ma alla fine mi sono buttata e posso dire che non avrei potuto fare scelta migliore. Ho divorato Tutto il cielo che serve in una manciata di giorni, lo stile dell’autore si riconferma coinvolgente, incalzante, diretto, semplice ma allo stesso tempo ricercato. Franco Faggiani caratterizza i suoi personaggi in modo magistrale, ci fa percepire l’umanità in tutte le sue sfaccettature, punti di forza e debolezze, specialmente riguardo la protagonista; ho avuto la sensazione che le persone di carta e inchiostro incontrate nel romanzo potrei benissimo incrociarle là fuori per strada. Un altro fattore che amo dei romanzi di Faggiani sono le ambientazioni, l’autore dipinge a parole panorami mozzafiato, scorci e luoghi selvaggi, si percepisce come sia importante la natura all’interno della storia ed è bellissimo ammirare da lontano queste cartoline fatte di parole.

Tutto il cielo che serve è un romanzo molto toccante, io mi sono commossa in tanti punti e sì, dalle pagine emerge tanto dolore ma anche tanta, tantissima speranza oltre che l’amore, la passione e l’altruismo di chi aiuta le persone per lavoro.

 

«Se crede di ferirmi se lo scordi. Anzi, direi che questa sua battuta è la
cosa più scontata che potesse dire, non merita neanche una risposta. Il punto
è, caro Giacinto, che lei deve aver avuto un lungo periodo della sua vita che
le è stato reso difficile dalle donne. A lei scoccia che io faccia lo stesso suo
lavoro da macho e a volte lo faccia pure bene, a lei disturba che le donne
siano più tenaci, più intuitive, più capaci di guardare avanti. Se poi hanno
anche molti più soldi di lei l’odio a quel punto è assicurato».

 

La protagonista di Tutto il cielo che serve è Francesca Capodiferro, giovane geologa che ha intrapreso presto una brillante carriera nei Vigili del Fuoco a Roma ed è diventata caposquadra.
La sera del 24 agosto 2016 Francesca e i suoi due cani stanno svolgendo un compito sulle montagne sopra Amatrice quando nella notte la terra trema violentemente e distrugge tutto o quasi. Francesca corre subito a prestare i primi soccorsi intuendo dalle scosse l’entità della tragedia, lei e la sua squadra non risparmiano nessuna energia per salvare quante più vite possibile. Vivere accanto alla protagonista quei momenti terribili è stato davvero emozionante, mi sono commossa molto a ogni salvataggio raccontato perché ho immaginato che fosse vero e ovviamente in un certo senso è stato vero perché realmente in quelle ore buie tante persone sono state salvate dai Vigili del Fuoco e dalle altre autorità che erano operative sul campo. La protagonista mi ha colpito moltissimo come persona, come donna: la sua forza, la sua tenacia ma soprattutto la sua umanità. Diventare Vigile del Fuoco e fare carriera in un mondo ancora troppo maschilista non deve essere stato per niente una passeggiata, anzi possiamo tutte immaginare cosa Francesca ha dovuto affrontare, qualcosa ce lo racconta direttamente, alcune questioni le intuiamo e altre sono messe nero su bianco dal comportamento di alcuni colleghi.

Tutto il cielo che serve è un viaggio emozionante, doloroso, un percorso di crescita personale e professionale, una romanzo che riporta a galla ferite ancora aperte nella storia del nostro paese. Il nuovo romanzo di Franco Faggiani è una piccola perla ricca di speranza e umanità, un libro davvero da non lasciarsi sfuggire.

 

 

 

 

Desclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa di Fazi Editore per la copia omaggio

 

 

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