Una donna quasi perfetta di Madeleine St John | Recensione di Deborah

 

Quanto l’amasse era un altro problema – e poi chi era in grado di misurarlo? Comunque poteva mai negare i suoi sentimenti dopo tutti quegli anni, tutti quei figli? Ma come l’amava: che tipo di amore era, come lo esprimeva. C’era qualcosa che non andava, e forse era solo colpa sua.

 

Editore: Garzanti Libri
Data di uscita:  26 giugno 2020
Pagine: 240
Prezzo: 16.00 €

Londra. Attraverso le grandi finestre si scorgono sontuosi salotti, tovaglie ricamate e, immancabile, un servizio da tè in fine porcellana. Intorno a quei tavolini elegantemente apparecchiati, con una tazza in mano, le donne si confidano le une con le altre, si danno manforte, si studiano tra mezzi sorrisi e cenni d’intesa. È così anche per Flora, Gillian e Lydia, tutte e tre convinte di avere una vita quasi perfetta. La prima ha un marito che ama e due splendidi bambini. Gillian ha una relazione con un uomo sposato che spera possa trasformarsi in qualcosa di più. Infine Lydia è sicura di poter vincere la medaglia di “amica dell’anno”. Quando le loro strade si incrociano, però, capiscono che non sempre le cose vanno come si desidera: è il momento di scegliere che persone vogliono essere, che tipo di donna vogliono diventare. Al di là di quello che la società richiede loro. Al di là di quello che si aspettano gli uomini che hanno accanto. Perché, per quanto sia più semplice avere qualcuno vicino che ci consigli che cosa dire e che cosa fare, e prendere decisioni non convenzionali.

 

Il weekend è alle porte, si prospettano due giorni caldi e densi, la settimana è trascorsa in un lampo così come la mia lettura di Una donna quasi perfetta, il secondo romanzo di Madeleine St John a essere pubblicato in Italia grazie a Garzanti Libri. Non vedevo l’ora di ritrovare la voce avvolgente di Madeleine St John, l’autrice con Le signore in nero mi aveva completamente conquistata, la nuova opera si è rivelata una lettura avvincente e molto interessante.

 

Di lì a poco, molto poco, tutta quella innocenza non sarebbe stata che un fulgido ricordo. Ecco il significato della transitorietà. Dalla luce alle tenebre: e poi? Esisteva un sentiero che riportava all’innocenza? E Flora? Possibile che in quel momento lo stesse cercando? E lui? Era quello il punto di arrivo della linea sottile, oppure era la linea stessa a essere quel sentiero?

 

Salutiamo Sidney e le nostre amiche Patty, Fay, Lesley e Magda per approdare in una sfavillante e un po’ altezzosa Londra, davanti a un’ottima tazza di tè inglese conosciamo Flora, Gillian e Lydia le protagoniste del nuovo romanzo di Madeleine St John. Devo ammettere che questo nuovo romanzo mi ha un po’ spiazzato, o meglio, non si è rivelato per niente ciò che mi aspettavo dalla trama. Leggendo la trama pensavo che le indiscusse protagoniste del romanzo fossero Flora, Gillian e Lydia, tre amiche o quanto meno tre donne conoscenti che ci avrebbero aperto le porte di casa per immergerci nelle loro vite. In parte è stato così, l’autrice ci ha immerso nelle vicende quotidiane di queste tre donne, in particolare di Flora. Perché in parte? Perché ho avuto la sensazione che il vero protagonista del romanzo fosse in realtà Simon, il marito di Flora, egocentrico pianeta attorno al quale ruotano, in un modo o nell’altro, le orbite degli altri tre satelliti. Mi aspettavo di immergermi in un romanzo tutto al femminile, conoscere e partecipare alle vite, alle emozioni, ai drammi, ai problemi e ai pensieri di Flora, Gillian e Lydia, magari anche a qualche pettegolezzo tra ragazze di fronte a una buona tazza di tè. Invece non è stato così, Una donna quasi perfetta mi ha fatto conoscere un altro volto di Madeleine St John, un volto sconosciuto nel quale non credevo mi sarei imbattuta. Sono rimasta delusa? Nì. Nì perché bramavo l’idea di ritrovare un romanzo al femminile sull’onda de Le signore in nero, nì perché in questo modo l’autrice ha dimostrato di saper spaziare nel suo genere e creare qualcosa di diverso.

 

 

Una donna quasi perfetta è il racconto di tre vite quasi perfette, le vite di tre donne londinesi molto diverse tra loro. Flora, Gillian e Lydia hanno qualcosa in comune? Sì, Simon (In realtà Flora e Lydia sono amiche, non si frequentano molto). Le vicende ruotano tutte intorno a Simon, un uomo egocentrico e a tratti molto irritante, un uomo la cui unica preoccupazione fondamentale sembra essere la propria soddisfazione. Simon è un personaggio piuttosto spregevole, oltre che a essere un traditore mi ha dato l’idea del “despota”, infatti per esempio ha imposto a Flora già ai tempi del matrimonio di abbandonare la fede cattolica per abbracciare, se proprio fosse necessario, quella anglicana ritenuta da lui più sobria. Simon mi è sembrato il classico furbacchione, una persona che predica bene e razzola male, un uomo che pretendere di essere al centro dell’universo della moglie e poi finisce col tradirla. Insomma, ovviamente questo personaggio non mi è piaciuto, infondo però Simon non è fatto per piacere ma per mostrare possibili comportamenti, reazioni e pensieri maschili dando la possibilità al lettore di confrontarli con quelli di Flora, Gillian e Lydia. Madeleine St John non scrive un romanzo femminista, non elogia le donne e contemporaneamente disprezza gli uomini, mostra i diversi approcci dei due generi alla vita. Mi è piaciuto veramente tanto ritrovare lo stile avvolgente dell’autrice, la sua voce sottile ma allo stesso tempo tagliente capace di trattare con semplicità e leggerezza tematiche importanti come l’amicizia, la famiglia, il tradimento e la fede.

 

«Be’… i tipi come lui ti danno sempre l’impressione di camminare sul filo del rasoio. Sembra che le cose vadano lisce – cioè, abbastanza lisce – ma la sensazione è che basti una mossa falsa… un attimo di disattenzione, un piccolo errore di calcolo… per fare esplodere tutto.»
«Vale per tutti. È la teoria del caos.»

 

Madeleine St John ci narra la vita di Flora, la sua quotidianità fatta di famiglia, figli e ricamo, poche distrazioni e tanti doveri. Mi ha colpita molto il desiderio della donna di riabbracciare la sua religione dalla quale è stata allontanata dal marito e il suo tentativo incerto di iniziare a partecipare alla vita di una comunità anglicana, l’unica opzione mal tollerata da Simon. Flora a tutti gli effetti sembra avere una vita perfetta, una vita però della quale è spettatrice piuttosto che attrice, eclissata dall’ego del marito si sente riemergere lontano da lui. Ho avuto la sensazione che Simon schiacciasse Flora, che la considerasse una sciocca, non abbastanza intelligente e sicuramente mai quanto lui. Simon si innamora perdutamente di Gillian mentre la moglie riscopre sé stessa in vacanza da sola con i figli, da quell’incontro l’uomo inizia a intessere una relazione con l’amante che lo tiene spesso lontano da casa e dai propri figli. Lydia incrocia inavvertitamente la strada di Simon e Gillian in una brasserie, inizialmente la donna dipinge nella sua mente diversi scenari nei quali i due non sono amanti, per poi arrendersi all’evidenza e cercare il modo migliore per essere una buona amica.

Una donna quasi perfetta è un intreccio di “vite quasi perfette” che si rivelano a noi lettori in tutte le più profonde imperfezioni, Madeleine St John ci dona un romanzo inaspettato, una lettura che si lascia divorare in pochissimo tempo, proprio come è successo a me.

 

 

 

Desclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa di Garzanti Libri per la copia omaggio

 

May the Force be with you!
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