Inku Stories #30: Atsushi Kaneko’s Deathco vol. 5-6-7

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È ora di salutare “Deathco”, protagonista della serie di Atsushi Kaneko, con questi tre ultimi volumi sempre pubblicati da Edizioni Star Comics.

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In un mondo sempre più pervaso dalla violenza, una delle figure professionali di maggior successo è quella dell’assassino. I Reaper sono dei killer che compiono le missioni in costume, e con i loro originali travestimenti si tengono in costante competizione. Estremamente numerosi, fanno riferimento alla Gilda che, di volta in volta, invia una “notifica” con la nuova “testa” da far fuori… L’universo dei “mietitori” sembra retto da un certo equilibrio, ma la comparsa di una ragazza che si fa chiamare Deathco, disposta a ricorrere a qualsiasi mezzo pur di raggiungere il proprio obiettivo, cambia tutto…

Ho salutato il mese di febbraio e accolgo marzo con la sola speranza di poter riuscire ad avere un po’ di serenità, non chiedo altro. Pensavo di ripartire da zero in altro modo invece eccomi qui a tirare le somme, affrontare una volta per tutte quello che cerco sempre di evitare: le battute finali. Io non sono mai stata brava con gli addii, quindi mi riesce difficile salutare un personaggio del calibro di Deathco, in particolar modo dopo il viaggio che ho intrapreso, movimentato, carico di adrenalina e nel quale alcuni personaggi cominciavano a mostrare le prime crepe.

L’ho detto la prima volta e lo ribadisco anche adesso: Atsushi Kaneko è un mangaka incredibile, riesce a trasformare un’ambiente di degrado assoluto in fiamme vivide che mi hanno spinta ad avvicinarmi, a scrutare tra esse e scoprire cosa si cela dietro la maschera di Deathco. Si sa però che chi gioca col fuoco finisce per scottarsi e così è stato anche per me, a furia di guardare tra le fiamme ho finito per bruciarmi ed è stato il dolore a ricordarmi cosa significa camminare tra le tavole di Kaneko: fare i conti anche con la sofferenza.

A di là della violenza, il sangue e la caccia, c’è anche il vuoto che caratterizza i suoi personaggi, lo stesso che spinge Madame M. a cercare in Deathco la liberazione dalla sua sofferenza tramite la morte, discorso analogo anche per Deevil, disposto a consegnarsi nelle mani della sua acerrima nemica pur avere un po’ di pace. Questo è un contrasto netto per un mietitore sanguinario, ma come vi ho detto anche l’altra volta il bianco e nero non sono solo visivi, ma si manifestano anche sotto altre forme, una di queste è proprio nel modo in cui Kaneko ha scelto di “umanizzare” i suoi personaggi, mostrandoli al loro massimo splendore per poi avvicinare la lente alle crepe lungo tutto il corpo, dove le cose cambiano e ognuno di loro sembra quasi sbriciolarsi quando si comincia ad analizzarli con la dovuta attenzione.

Alla fine dei conti una gilda misteriosa passa in secondo piano quando la situazione si ribalta, portando Deathco, Madame M. e il suo fidato scagnozzo sotto la luce dei riflettori, trasformandoli in prede succulente per cui un mietitore farebbe carte false pur di mozzare loro la testa, ma soprattutto pur di avere il privilegio di assistere alla caduta di un mito come lo era la decadente assassina Madame M.; è un po’ come togliere di mezzo il passato per fare largo a una nuova generazione di mietitori, uno più spietato dell’altro, senza alcuna classe o tatto, violenti e dispersivi, in un certo senso anarchici.

Nessuno ha insegnato ai giovani mietitori che non bisogna mai svegliare la bestia che dorme e sarà sulla propria pelle che impareranno cosa significa essere un mietitore. Quello di cui vi parlo però non è un semplice assassino, non è un sicario che punta un obiettivo e cerca di farla finita solo per essere pagato, no, è qualcosa di diverso, sembra più un animale che bracca la sua preda, che segue quella strategia di caccia che il suo istinto primordiale gli ha suggerito di adottare, un piccolo teatrino nel quale la sua vittima è un attore inconsapevole che fa la parte del cadavere.

In questo senso bisogna ammetterlo, Kaneko sa bene come condurre il gioco, quando dare il giusto spessore alla violenza per nascondere qualcosa di più profondo, un pensiero legato alla vita e alla morte che è pronto ad occupare la mente di chi legge, lasciandolo letteralmente ad affogare nel dubbio: è possibile controllare la morte o no? 

Kaneko sembra avere chiara la risposta nella sua testa quando ci suggerisce lungo tutto il percorso di Deathco che per quanto si tenti di domarla la morte non ha padrone, è un cavallo imbizzarrito che non ne vuole sapere di stare fermo nella sua stalla e ci resta solo finchè gli fa comodo. Dall’altro canto non avendo padroni la morte può essere solo assecondata, poichè uno spirito così imparziale quanto irruento non può non essere così superiore a noi esseri umani da decidere quando è ora di scatenare la propria ira sulle nostre teste.

In questo senso questi ultimi tre volumi mostrano l’evolversi di una storia che non è più soltanto quella di Deathco ma di chi la circondava, Madame M. e il suo assistente fidato, a cui Kaneko lascia spazio usandoli quasi come se fossero cavie, marcando sulle note amare di un destino che sembrava già essere scritto ma che li ha lasciati affogare nel grande fiume della vita, che chiede il conto anche quando si annaspa, si cerca un modo per restare a galla.

Finisce così una serie che mi ha regalato tante soddisfazioni e che mi ha letteralmente rapita con i suoi forti contrasti e lo stile di narrazione unico di Atsushi Kaneko. Devo proprio ammettere che la capacità del mangaka di mettere insieme due stile così diversi e allo stesso tempo così geograficamente lontani come quello orientale ed occidentale è qualcosa che anche dopo sette volumi resta evidente e denota il suo equilibrio.

Deathco è la bambola esplosiva che speri di poter regalare alla persona che odi di più al mondo solo per vederla contorcersi nel momento stesso in cui il gas e le lame fanno il loro sporco lavoro.

“Nelle società primitive veniva celebrato il regicidio… quando il potere del sovrano si indeboliva o il disordine si espandeva all’interno della comunità l’uccisione del  monarca mondava dalla sporcizia e chi l’aveva ucciso diveniva il nuovo re. I reaper sono ormai troppi… con la scomparsa di quello che tutti ritenevano un simbolo l’ordine è andato perduto e il caos impera”.

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⚜ Reazione post lettura: 
“Il destino fa le sue mosse quando meno ce lo si aspetta, e all’improvviso… un giorno ti si lancia addosso brandendo un’ascia. Il mio destino, però, dipende da Deathco… io morirò della mia morte. E quella ragazza è il dio della morte che io stessa ho scelto.”

⚜ Pagine lette: 608 ca.
⚜ Da consumarsi preferibilmente: Con moderazione, la notifica della gilda potrebbe arrivare da un momento all’altro.

 

 

 

disclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa di Star Comics per la copia omaggio.

 

May the Force be with you!
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