Music Monday: Fetish di Kaoru Fujiwara (Star Comics)

Si riparte con un nuovo music monday. Oggi parliamo di “Fetishdi Kaoru Fujiwara ( pp. 160, 12,00€), edito da Edizioni Star Comics e tradotto da Alice Settembrini.

Instagram: @brivididicarta | @lastambergadinchiostro

Già ne “Il giardino dell’Eden” Kaoru Fujiwara mi aveva mostrato quanto le piacesse camminare sul filo del rasoio, raccontare piaceri proibiti e storie carnali, dove passione ed ossessione corrompono l’Eden, un ideale di innocenza che di fatto è soltanto un ideale, contrapposto al suo stile soave che anima i suoi personaggi mettendoli a nudo per accentuarne le ombre. Quello che nasconde un volto di una bellezza eterea lo si scopre leggendo, ma è innegabile che l’erotismo e il mistero rendono una mangaka come questa una voce attraente nel suo genere.

E così Kaoru Fujiwara racconta le storie d’amore e i rapporti umani, con un tocco tutto suo, talvolta crudo e altre invece lascia che siano le atmosfere quasi oniriche delle sue tavole a parlare per lei mentre mette in scena personaggi che si interrogano, dubitano e trovano conforto nei piaceri più sopiti e poco importa che si spinga oltre. Camminando su quel filo racconta il pericolo, l’ossessione, il piacere e anche il dolore.

Fetish, infatti, raccoglie dentro di sè cinque storie differenti che hanno come protagonisti proprio i disturbi ossessivi tratteggiati in maniera più cupa e con una crudezza che fa da cornice a quei corpi resi succubi delle loro ossessioni. La bellezza delle donne diventa il feticcio dell’ossessione, viene snaturata, resa talmente tanto orrida e perversa da diventare qualcosa di nuovo, qui si perde l’innocenza e si entra nel mondo del peccato, dove ogni cosa è macchiata se non da se stessi dal desiderio di qualcun’altro.

Le ossessioni sono tutte diverse e rappresentano l’ossessione stessa vista da ogni angolazione, che sia dal punto di vista di chi la mette in atto o di chi la subisce fino a mettere a fuoco l’obiettivo anche su chi è inconsapevolmente l’ossessione di qualcun’altro. Che sia una pratica o una fantasia, quando qualcosa inizia a martellare nella testa è difficile distogliere l’attenzione dai suoi rintocchi, diventa spontaneo e naturale seguirne il suono fino alla fonte anche se spesso questa si trova in fondo a un precipizio.

Dal voyeurismo, passando al sadismo e al feticismo stesso, vittime e carnefici mostrano la loro vena autolesionista prestandosi a certe pratiche o diventando il centro dell’attenzione di chi non osa affrontare la realtà e si rifugia nella tortura fino a quando non resta che un vuoto all’interno e la consapevolezza che niente sarà mai normale. 

I personaggi di “Fetish” non riescono a gustare il sapore pieno della vita, sono sempre a metà fra il tormento e la felicità, un limite invalicabile che non permette neppure di sognare un’esistenza come le altre perchè l’oggetto del desiderio, l’anello del potere di turno, in qualche modo sviluppa nella mente della sua vittima una volontà propria, una capace di soggiogare e sottomettere anche il più forte degli uomini.

Fetish non è soltanto una pratica, non è soltanto una persona, non è solo l’oggetto di un culto o l’ossessione di qualcuno. Fetish è la vita di chi non riesce a districarsi dalle catene in cui la sua mente lo ha intrappolato, obbligandolo a chinarsi per tutta la vita.

 La melodia di questo brano mi ha ricordato in qualche modo Kaoru Fujiwara. La voce suadente di Selena Gomez stuzzica l’attenzione e le tavole di Fujiwara, invece, risplendono di una bellezza brutale mentre racconta di disturbi ossessivi e storie d’amore tossiche.
“I can’t deny / Your appetite”


Per questo appuntamento è tutto. Alla prossima!

 

 

disclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa di Edizioni Star Comics per la copia omaggio

 

 

 

 

May the Force be with you!
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